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ARCHEOnotizie N.3

Ecco il numero di maggio/giugno 2022:

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Articoli Riflessioni

Il Metaverso

Il Metaverso, o Metaverse in Inglese, è un progetto iniziato nel lontano 1992 dallo scrittore Neal Stephenson in Snow Crash e poi ripreso nei nostri giorni da Mark  Zuckerberg, Creatore di Meta (Facebook), con l’intento di ricostruire il nostro mondo, innovare l’educazione e riportare in vita i monumenti ormai distrutti da molto tempo

Il progetto è ancora in fase di sviluppo e non abbiamo ancora molte informazioni in merito, ma ciò che apprendiamo dalla presentazione sul canale YouTube di Meta (il profilo ufficiale) sembra proprio che il risultato finale corrisponderà a quanto  ipotizzato dagli sviluppatori  durante la diretta di ormai cinque mesi fa.

Durante la presentazione in diretta streaming su YouTube, Mark Zuckerberg ha usato come test l’antica Roma dove, grazie a ricostruzioni effettuate con l’intelligenza artificiale, si potranno visitare sentieri e mercati, udire i suoni, e addirittura assistere alla ricostruzione del foro romano davanti ai nostri occhi con un solo click . La particolarità di questo nuovo mondo è che verrà abitato dagli uomini; non ci saranno robot ma persone reali e ciò renderà l’esperienza ancor più realistica e veritiera. Si potranno inoltre  incontrare nuove persone, viaggiare in luoghi che normalmente non potremmo visitare o svolgere lavori che oggi sono in presenza ma che un domani saranno integrati in questo visore per la realtà aumentata.

Come si può entrare in questo mondo?

Per entrare nel Metaverso c’è  un oggetto indispensabile ovvero  l’oculus quest, un visore dotato di un sistema operativo nel cui interno troveremo l’applicazione metaverse e muovendoci con dei joystick entreremo dentro questo universo; inoltre, mediante guanti sensibili al tatto (non ancora in commercio) potremmo anche sentire quello che tocchiamo proprio come se fossimo veramente lì, anche se saremo nella nostra camera. Recentemente sono usciti dei leaks da parte di influencer, e giornali importanti come BBC hanno ottenuto un anteprima per provare effettivamente questo nuovo mondo. Al momento il risultato sembra abbastanza soddisfacente, anche se c’è molto lavoro ancora da fare per arrivare al risultato ben sperato da casa Meta. Si tratta evidentemente di un sogno realizzabile, visto che parliamo di un’azienda che sta investendo miliardi di dollari nello sviluppo di questa nuova dimensione in cui potremo trasferire le nostre azioni abituali. il Metaverso sarà un passo avanti nella digitalizzazione di un intero mondo ancora arretrato dal punto di vista dell’innovazione.

Per approfondire l’argomento:

Apparently, it’s the next big thing. What is the metaverse? – BBC News

Sebastiano Ginosa, 3A Scienze Umane

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Fahrenheit 2021 Pubblicazioni

Fahrenheit 2021, il mensile del gruppo di lettura

Maggio 2021: il Giappone

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Articoli STEM

Per fare un fungo…ci vuole un caffè

Firenze, dove le idee crescono come i funghi

In Italia ogni anno si consumano circa 7 miliardi di caffè in più di 140 mila bar situati in tutto il territorio. Da ognuno di questi bar si producono all’incirca 2 tonnellate di fondo di caffè l’anno per un totale di circa 280 mila tonnellate.

Questa risorsa molto spesso finisce in discarica costituendo un costo ambientale ed economico per la collettività. Se tutto questo materiale fosse recuperato non solo si eviterebbero i costi di gestione e l’inquinamento generato dalle discariche, ma si potrebbe produrre alimenti sani di cui nutrirsi generando allo stesso tempo ricchezza per il territorio.

Il fondo di caffè è un substrato perfetto per coltivare i funghi, perché contiene minerali e sostanze nutritive utili per la loro crescita: quello che sembra uno scarto in realtà può diventare una risorsa. Da questa idea nasce Funghi Espresso, una start up agricola nata dalla collaborazione tra l’agronomo Antonio Di Giovanni, l’architetto Vincenzo Sangiovanni e l’uomo d’affari Tomohiro Sato.

Questa azienda si ispira alle teorie della Blue Economy, nella quale gli scarti provenienti da un ciclo produttivo non diventano rifiuti, ma generano nuova energia, nuova ricchezza e nuovi posti di lavoro. Per questo coltivano e producono i funghi con metodi che hanno un impatto sull’ambiente praticamente pari a zero.

Proprio per queste motivazioni, al termine del ciclo produttivo il substrato esausto della coltivazione dei funghi continua ad essere una risorsa.

Funghi Espresso aiuta i bar a valorizzare quello che altrimenti diventerebbe un rifiuto, usando il fondo di caffè come substrato di coltivazione, unendolo al “seme” del fungo. Tutto in modo completamente naturale, senza l’uso di prodotti chimici. Essi coltivano i funghi in verticale, su supporti sospesi, riducendo l’uso del suolo: rispetto alle coltivazioni tradizionali, utilizzano la metà dello spazio per coltivare la stessa quantità di funghi.  

IL CICLO PRODUTTIVO: DAL CAFFÈ FINO AI PESCI

Il ciclo inizia dal recupero dei fondi del caffè da 3 bar del territorio di Firenze mediante l’uso di bici-cargo, al momento ne raccolgono circa 60kg al giorno da tre bar situati in piazza della Repubblica.

I fondi raccolti vengono trasportati nella sede dove, tolte le impurità, sono uniti al silver skin (scarto di torrefazione) per realizzare un substrato ideale per la coltivazione di funghi del genere Pleurotus.

Una volta coltivati e raccolti i funghi, il substrato esausto viene reimpiegato attraverso il vermi-compostaggio per la produzione di lombrichi e humus di lombrico. L’humus di lombrico prodotto, viene utilizzato come ottimo ammendante organico per le piante da orto e da giardino, mentre una piccola parte dei lombrichi viene utilizzata per originare un nuovo ciclo, quello dell’acquacoltura, dove i pesci trasformano questo apporto proteico in sostanza organica, grazie alla quale le piante crescono in modo naturale.

Blue Economy

Il modello Funghi Espresso è ispirato alla teoria della Blue Economy (teoria economica sviluppata dall’economista Gunter Pauli), dove gli scarti di un ciclo produttivo sono riutilizzati in altri cicli produttivi, in un effetto chiamato a “cascata”.  I sistemi produttivi quindi non sono visti in maniera distinta e separata gli uni dagli altri, ma in modo integrato, dove gli scarti provenienti da un ciclo produttivo possono essere recuperati o riciclati in un altro ciclo produttivo per generare nuova energia, nuova ricchezza e nuovi posti di lavoro. 

Secondo Gunter Pauli quando beviamo il caffè consumiamo solo lo 0,2% della biomassa raccolta da un agricoltore in Kenya o Colombia. Il 99,8%, quindi, lo gettiamo via, anche se potrebbe esserci utile.  

perché proprio i fondi del caffè?


Il fondo di caffè è ricco di elementi nutritivi come ad esempio minerali, polifenoli, grassi, acqua, che i funghi utilizzano per il loro metabolismo.

Molti studi dimostrano che la caffeina stimola la crescita del micelio. Inoltre il fondo di caffè non ha bisogno di essere pastorizzato, con un notevole risparmio di energia.

I BENEFICI DELL’ATTIVITÀ

Ad oggi questa azienda ha recuperato ben 75 tonnellate di fondi di caffè.

I funghi prodotti dalla start up sono il fungo ostrica (Pleurotus ostreatus) dalle diverse tonalità di grigio, il fungo dell’amore (Pleurotus djamor) dal colore rosa e il Pleurotus cornucopiae, dal colore giallo che quando spunta sembra un fiore.

Funghi Espresso ha innovato la coltivazione dei funghi Pleurotus che fino ad oggi sono stati coltivati su paglia o legno.

Il Pleurotus contiene la Lovastatina, una statina naturale che abbassa il colesterolo nel sangue e la pressione arteriosa. Inoltre, da ricerche effettuate su questo tipo di funghi è stato riscontrato che sono in grado di assimilare alcuni polifenoli contenuti nel substrato di coltivazione, come l’Acido Clorogenico (C16H18O9) un importante polifenolo con proprietà antinfiammatorie e immunostimolanti.

Il vecchio paradigma dell’economia lineare basato sulla crescita infinita e sullo sfruttamento intensivo delle risorse naturali non può più funzionare e gli effetti di questo comportamento si stanno osservando sia con i cambiamenti climatici che con le crisi economiche che hanno colpito duramente anche il nostro Paese. 

L’economia circolare crea valore dagli scarti e, soprattutto, evita che questi diventino un costo per l’ambiente e per la società attraverso le ricadute sulla salute della gestione dei rifiuti come l’incenerimento, oltre a creare nuovi posti di lavoro e nuove possibilità di sviluppo.

Coltiviamo in grande, con piccole tracce

Oltre alla produzione di funghi freschi realizzano anche kit per la coltivazione domestica dei funghi. Il kit contiene il micelio del fungo, il silverskin e le istruzioni per la coltivazione.

Il fondo di caffè deve essere aggiunto a casa giorno per giorno fino a riempire il secchiello. Dopo circa trenta giorni il kit è pronto per essere coltivato e in sette-dieci giorni si ha il primo raccolto. Abbiamo trovato questo approfondimento: un’intervista ad Antonio Di Giovanni, fondatore dell’azienda Funghi Espresso che illustra il processo produttivo, dallo scarto del caffe alla crescita del fungo.

Abbiamo trovato questo approfondimento: un’intervista ad Antonio Di Giovanni, fondatore dell’azienda Funghi Espresso che illustra il processo produttivo, dallo scarto del caffe alla crescita del fungo.

Abbiamo scelto questo nuova “soluzione” sia perché è un progetto nato in Italia, a Firenze, sia
perché il caffè rappresenta la quotidianità per quasi ogni essere umano, è la bevanda più consumata
al mondo dopo l’acqua (circa il 49% della popolazione assume caffè), la media stimata di
assunzione giornaliera è di quattro tazzine. Però la maggior parte delle persone, dopo aver preparato
il caffè, getta i resti nel cestino, senza pensarci due volte, comprese noi, finché non abbiamo
scoperto i diversi utilizzi di questo prodotto; infatti i fondi di caffè rappresentano anche una grande
risorsa che può venirci in aiuto in molte situazioni quotidiane: possono essere utilizzati per esfoliare
i capelli o la pelle delicatamente, poiché l’azione massaggiante stimola il flusso sanguigno, inoltre
aiutano anche a ridurre la comparsa di cellulite, perché la caffeina ha un effetto astringente. In
ambito domestico possono essere utilizzati per la concimazione di fiori che necessitano di terreni
acidi, come le rose, le azalee e i sempreverdi, oppure essendo ricchi di fosforo, potassio, rame e
magnesio sono utili per arricchire il compost.
L’economia circolare è un modo diverso di vedere le cose ma, in realtà, ci ricorda semplicemente
come funzionano i cicli naturali: sono completi, efficienti e interconnessi, sono l’ultimo modello
della sostenibilità.

Martina Ercolano e Chiara Bacchetta, 5A Liceo Scientifico

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Articoli News Riflessioni

Il genocidio degli armeni

Gli studenti della 4 b classico, guidati dal professore di storia e filosofia, hanno raccontato un triste capitolo della storia, troppo spesso rimosso o addirittura dimenticato

Venerdì 20 maggio 2022, presso la Casa Ceretti, a Verbania, si è tenuta la conferenza sul genocidio armeno, preparata dalla classe 4^B classico e dal professor Stefano Gubian. Il progetto, che ha impegnato gli studenti per tutto il corso dell’anno scolastico, si è concretizzato in una presentazione approfondita della storia del genocidio, delle sue cause, delle testimonianze, degli sviluppi che esso ha avuto negli anni a seguire. Alla conferenza hanno assistito le classi quinte del Liceo Cavalieri. Per l’occasione, erano presenti la preside del Liceo Cavalieri, Cinzia Sammartano, e il console onorario della Repubblica d’Armenia in Italia, Pietro Kuciukian. 

Gli studenti si sono divisi in gruppi di lavoro, ciascuno dei quali si è occupato di un argomento specifico. Alcuni hanno approfondito il concetto di genocidio, altri la vicenda storica, altri ancora le testimonianze e i diversi sviluppi che l’evento ha avuto negli anni successivi. La ricerca è avvenuta attraverso la lettura di libri, la visione di materiale videografico e la consultazione di fonti fotografiche. 

La conferenza si è aperta con l’introduzione del concetto di genocidio; si tratta di un fenomeno che ha caratterizzato tutto il Novecento, dal momento che è legato all’ideologia etnocentrica e alla struttura dello Stato moderno. Si è passati poi all’esposizione della vicenda storica, dal 1908, anno del colpo di Stato da parte dei Giovani Turchi, fino al 1923, anno del trattato di Losanna, considerato dagli storici l’ultima tappa dello sterminio. La conferenza è proseguita con l’analisi delle testimonianze, costituite dai racconti dei sopravvissuti e dalle fotografie che documentano gli eventi. È stato in seguito affrontato l’argomento del negazionismo, un fenomeno che si è esteso dagli anni immediatamente successivi al genocidio fino a oggi. 

Alla fine della presentazione, il dottor Kuciukian è intervenuto, complimentandosi con gli studenti per il lavoro svolto. Quindi ha raccontato la sua storia e il suo legame personale con la vicenda. “Sono il figlio di un sopravvissuto” ha iniziato, spiegando poi come suo padre sia fuggito dall’Anatolia e arrivato a Venezia. È grazie a lui che Pietro ha cominciato a scavare nella storia della sua famiglia e del suo popolo, viaggiando in Armenia e in altri luoghi del mondo, nel tentativo di ricostruire la verità. Ma queste indagini gli portavano solo angoscia e malinconia, perciò Pietro ha iniziato ad andare alla ricerca dei “giusti”, ossia di tutte quelle persone che hanno scelto di fare del bene, aiutando in qualche modo gli Armeni.

Samuel Possemato, 4B Liceo Classico

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Di nuovo in scena

Gli studenti del Liceo Cavalieri tornano in scena con un dramma semiserio ispirato al mito cretese del labirinto

Venerdì 20 maggio, nel teatro Sant’Anna di Verbania, gli studenti del Liceo Cavalieri al progetto di teatro-scuola Di nuovo in scena, ha portato in scena Il labirinto, un dramma semiserio, opera originale del professore Maurizio D’Andrea, diretto dalla regista Cinzia Cirillo. Se lo spunto iniziale è tratto dal classico mito cretese, che narra di un labirinto di pareti entro cui vive il Minotauro, mostro mezzo uomo e mezzo toro che si ciba di carne umana, la trama originale si è sviluppata lungo un percorso anche simbolico, in cui il labirinto è costituito dal tortuoso percorso interiore che conduce alla parte nascosta della coscienza, in cui il Minotauro è il nemico psichico che bisogna affrontare e sconfiggere, per poter diventare adulti e liberi.

Tra i protagonisti ricordiamo Flavio Guaschino nel ruolo del principino ateniese Teseo, Sabina Rainone negli eleganti panni di Arianna, figlia di Minosse, a sua volta interpretato da Maral Gubian, Elisa Guzzi nelle vesti della regina Pasifae, moglie di Minosse e madre del Minotauro. Hanno poi dato voce Maddalena Polli al cretese Epimenide, smarrito da anni nel labirinto, Cecilia Palmeri all’ingegnere Dedalo, e Aurora Tori a suo figlio Icaro, dal destino sfortunato. Infine, in ruoli più circoscritti, ma non di  minore importanza, Nancy Zino, Arianna Allievi, Viola Agnelli, Keit Hamataj, Susanna Lami, Anabel Siranaula ed Emma Tavio Serena.

La resa scenica curata dalla Cirillo ha avuto come punti di forza la scelta dei costumi, inattesi, distopici, rutilanti di colori e di forme, e il piglio ironico, che a tratti ha strappato qualche risata da un pubblico purtroppo numericamente inferiore alle attese.

 “E’ stata la prima uscita in tour dopo due pesanti anni di lockdown – commenta la regista – perciò l’abbiamo vissuta più che altro come una prova di ritorno alla normalità per i ragazzi”. Lo spettacolo è stato portato, in forma ridotta, al festival LAIVin Action all’idroscalo di Milano il 31 maggio, ed è stato replicato il 6 giugno a Domodossola, nel salone del teatro Cappuccina.

“Il labirinto” è la prima delle tre performances in cui il liceo Cavalieri ha scelto di articolare il progetto “Di nuovo in scena”, finanziato tramite il bando LAIVin di Fondazione Cariplo, che dura appunto un triennio; bando che la nostra scuola si è aggiudicato per la seconda volta, unica fra le scuole del Vco.

“Gli anni scorsi, prima del lockdown – ricorda Annarosa Braganti, professoressa in pensione che fu l’anima del primo triennio – abbiamo portato in scena pièces ispirate all’epica: l’Iliade con Troy 3000, l’Odissea con Clinica fior di loto e infine l’Eneide con Go west! È stato faticoso ma davvero soddisfacente portare fino a cinquantaquattro ragazzi, tra attori, cantanti e musicisti, alle rassegne organizzate a Milano dalla Fondazione Cariplo nell’ambito del progetto “Chi è di scena?”, e riscuotere applausi e complimenti. Speriamo che si possa tornare a rivivere quelle belle esperienze anche con le nuove generazioni di studenti”.

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L’homo novus: gli anni del cambiamento

Pubblichiamo la seconda parte dell’articolo che ricostruisce la storia politica e le tappe più significative della carriera del Presidente Macron fino alla recente rielezione

prima parte
Ottenuta la maggioranza assoluta nel giugno 2017, Macron persegue una politica che si distingue, in parte, dai suoi predecessori; durante i suoi primi cinque anni mette al centro la politica estera, la politica europea e quella ambientale. Riguardo alla politica estera, preme con forza e ottiene il ritiro delle truppe dal Mali e da molte regioni dell’Africa Centrale, lasciandole però alla dominazione economica cinese e russa.

Sul medio oriente Macron ha una politica equilibrata: propone colloqui con il dittatore Bashar Assad e tra Palestina e Israele. Tuttavia, dopo l’attacco chimico del regime siriano a Khan Shaykhun, chiede un intervento militare, mai ottenuto, contro il regime di Assad. Sostiene Israele con grande forza, grazie alla
salda comunità franco-israeliana e alla vicinanza con lo stato israeliano, senza però avere una posizione chiara riguardo il riconoscimento dello Stato di Palestina, anzi rifiutandone il riconoscimento unilaterale.

Il sostegno a Israele però si logora con i violenti attacchi promossi dal governo Netanyahu alla Striscia di Gaza. Torna il sostegno a Israele, mai in realtà mancato, con il governo Bennett.

Intervento del Presidente Macron al Parlamento europeo

Firma il trattato di Aquisgrana, con la Merkel nel 2019, per rafforzare l’alleanza franco-tedesca e, nel 2022, il Trattato del Quirinale. Sull’Unione Europea sostiene una politica fortemente europeista, cercando di dare all’Unione un ruolo centrale nel mondo. In un’intervista del 2019 definisce la Nato in una condizione di “morte celebrale”, favorendo la formazione di un esercito unico europeo. La dichiarazione crea l’irritazione di Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ma il plauso del governo russo.

Attualmente Macron continua a sostenere l’idea di esercito unico europeo, come si è visto nel recente consiglio europeo informale di Versailles e alla conclusione della Conferenza sul futuro dell’Europa. Propone e ottiene, come già affermato il 26 settembre 2017 alla Sorbona, la programmazione di un ufficio europeo per l’asilo e un bilancio comune della difesa. Forte del peso geopolitico che ha il suo paese, si propone come interlocutore principale di Putin prima del 24 febbraio 2022, inizio dell’escalation militare su larga scala in Ucraina, ma anche dopo, continuando a dialogare con il Cremlino. Per quanto riguarda la politica ambientale ha promosso tassazioni, molto controverse, sul carburante, creando un forte movimento di protesta, il movimento dei gilet gialli.

Nel 2021 ha presentato il programma France 2030 che, ambiziosamente, prevede di portare la Francia al primo posto in Europa per riduzione delle emissioni di CO 2, riducendole del 55%. Il programma è stato molto contestato a Bruxelles da Austria, Olanda e Italia, a causa della forte presenza di energia nucleare all’interno del pacchetto economico. Partecipa poi alla COP26, momento in cui Macron tenta di rafforzare gli accordi di Parigi. Sotto la sua presidenza si ricordino anche l’incendio della cattedrale di Notre- Dame, l’attentato dell’11 dicembre 2018 a Strasburgo, la vittoria ai Mondiali nel 2018, la recente assegnazione delle Olimpiadi 2024 a Parigi e l’attuale presidenza di turno del Consiglio Europeo. Recentemente Macron ha vinto con il 59% dei voti ed è stato incaricato dai francesi di attuare una politica che soddisfi le richieste economiche con particolare attenzione al potere d’acquisto.

Antonio Maria Stoppini, 4B Liceo Classico

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Arti Articoli News

Un Futurista a Pallanza

A villa Giulia la lezione spettacolo creata dagli allievi dei Beni Culturali e dedicata a Umberto Boccioni: pubblichiamo due entusiastiche recensioni scritte da alcune studentesse che hanno assistito all’evento

Il giorno venerdì 29 aprile 2022, i ragazzi delle classi 3A e 3B classico del Liceo Bonaventura Cavalieri di Verbania, hanno tenuto una lezione-spettacolo nella prestigiosa sede di Villa Giulia a Pallanza, sul celebre pittore futurista Umberto Boccioni. Al loro arrivo, studenti e professori, sono stati accolti nella sala principale, dove i giovani “storici dell’arte” hanno messo in scena un’intervista impossibile tra Umberto Boccioni e una delle studentesse, per sottolineare quelli che sono stati i momenti salienti della vita e della carriera del pittore.  Dopo questa prima parte, a dir poco interessante e coinvolgente, i ragazzi hanno descritto in maniera completa ed esaustiva quello che è stato il soggiorno pallanzese di Boccioni, con tanto di gossip e rumors sulla intensa e fugace storia d’amore tra Umberto e la principessa Vittoria Colonna.

Impossibile inoltre non citare il Ritratto di Ferruccio Busoni, oggi esposto alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, al quale gli studenti hanno dedicato una parte corposa della loro esposizione. Dopo una breve pausa i giovani oratori hanno ripreso entusiasti la loro lezione preceduti dalla proiezione di esclusivo filmato d’epoca commentato dallo storico locale Leonardo Parachini.

Il tempo vola quando si impara divertendosi! Ecco che in un attimo siamo arrivati alla parte finale della lezione-spettacolo. Sincera ammirazione per i ragazzi del Liceo classico, corso Beni culturali, che hanno permesso a studenti e professori di usufruire di questa esperienza innovativa, formativa e sicuramente imperdibile.

Alessia Damiano, Martina Mira, 5A Liceo delle Scienze Umane


Gli studenti del terzo anno del Liceo Classico Cavalieri, che frequentano il corso Beni Culturali, hanno proposto a Villa Giulia, con il patrocinio del Comune di Verbania, una lezione-spettacolo su Umberto Boccioni, intitolata “Umberto Boccioni: un futurista a Pallanza”. All’evento hanno partecipato in mattinata gli studenti delle classi quinte del Cavalieri in presenza, e in diretta streaming le altre scuole superiori del VCO; nel pomeriggio ha fatto seguito una replica per la comunità verbanese.

La conferenza si è aperta con l’intervento della Dirigente Scolastica Cinzia Sammartano che ha presentato l’evento ringraziando gli alunni coinvolti, la Prof.ssa di Storia dell’Arte Gabriella Prandi e lo studioso di storia locale Leonardo Parachini, che li hanno accompagnati durante il lungo percorso di ricerca e di approfondimento. La Dirigente ha sottolineato, inoltre, la valenza di questo progetto in termini di interdisciplinarietà e di come questo rappresenti un esempio autentico del “fare scuola”. 

La lezione ha ripercorso la vita di Umberto Boccioni e in particolare le settimane trascorse dall’artista a Pallanza nell’estate del 1916, l’ultima prima della morte sopravvenuta per un’accidentale caduta da cavallo. La mattinata si è rivelata una piacevole immersione culturale alla scoperta dei luoghi, dei personaggi, della produzione artistica di Boccioni nonché di una sua passionale e intellettuale storia d’amore.

I ragazzi si sono destreggiati nella complessità dell’argomento trattato alternando interviste impossibili a disquisizioni elevate e allo stesso tempo intriganti partendo dal seguente interrogativo: “Come mai un artista eminente come Boccioni ha soggiornato nella piccola e amena Pallanza nel bel mezzo della Prima Guerra Mondiale?” Ebbene, si dà il caso che il musicista e compositore Ferruccio Busoni abbia invitato a Pallanza l’artista perché gli dipingesse un ritratto, dal momento che ne apprezzava l’arte. I due sono stati ospiti dei marchesi Silvio e Sophie della Valle di Casanova, proprietari di Villa San Remigio.

Analizzando le opere prodotte dall’artista durante la parentesi pallanzese si è spesso ritenuto che Boccioni abbia abiurato il futurismo, mentre gli studenti hanno voluto dimostrare che in realtà si è trattato solo di un periodo di sospensione durante il quale l’artista ha sperimentato un nuovo corso pittorico di cui non si è potuto apprezzare appieno la novità data la sua morte prematura. I giovani oratori hanno approfondito anche l’avventura romantica, vissuta sull’Isolino San Giovanni, con la principessa di Teano Vittoria Colonna, ultimo dei tanti amori di Umberto Boccioni. 

Un valore aggiunto è stato poi un raro filmato d’epoca proposto dal dottor Leonardo Parachini che, offrendo al pubblico uno spaccato della realtà pallanzese del 1916, ha consentito ai presenti di immergersi nel contesto socio-culturale in cui l’artista ha trascorso le sue ultime settimane. Le riprese, nelle quali si riconoscevano anche Silvio Della Valle di Casanova e la principessa Vittoria Colonna, mostravano l’arrivo su un piroscafo di alcuni ministri italiani e di una delegazione inglese per un importante convegno sulle forniture di carbone tenutosi proprio a Villa San Remigio. 

Il lavoro svolto dai ragazzi del Liceo Cavalieri ha coinvolto e interessato i presenti al punto da augurarsi che questa tipologia di progetto possa essere riproposta negli anni a venire.

Benedetta Bertoli, Irene Gallotti, Agata Zanetta, 5A Liceo Classico.

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Cinema e ricerca sociale  

Un progetto del dipartimento di Scienze Umane che vede coinvolto il triennio del liceo in un originale e articolato percorso nel mondo del docu-film

Il progetto consiste in un percorso da svolgersi nel triennio delle scienze umane, con l’obiettivo di motivare gli studenti alla ricerca sociale attraverso uno strumento che ne favorisca l’espressione creativa . La modalità individuata è quella della realizzazione di docu-film riguardanti temi che gli studenti sceglieranno come aspetti di rilievo della società di cui stanno diventando cittadini attivi.

L’intento è quello di dimostrare che le discipline che stanno studiando sono utili strumenti per la comprensione e per il cambiamento sociale , con una positiva ricaduta sulla motivazione allo studio delle scienze umane e una riduzione della dispersione scolastica. L’ispirazione teorica è quella del metodo dei progetti di Kilpatrick.

Il progetto è articolato in tre fasi: la prima dedicata alle classi terze, consiste nella visione di un film al mese di tema psico- sociale preceduta da una preparazione e seguita da una discussione in classe. La visione avverrà in sala cinematografica contemporaneamente per tutte le terze SU, così da promuovere un senso di appartenenza ad una comunità di pensiero. La seconda fase del progetto, riservata alle classi quarte, comprende attività sull’uso di software utili al montaggio di filmati con un esperto, mentre nelle classi quinte si realizzerà la terza fase ovvero la progettazione e realizzazione di un docu-film.

Il docu-film e la ricerca sociale vogliono costituire, nel tempo, il tema unificante delle varie discipline presenti nel piano formativo del Liceo delle Scienze Umane

Pubblichiamo i due video relativi alla ricerca sull’ansia scolastica a cura della 5 D SU:

Ed ecco di seguito il lavoro eseguito dalla 5A SU sulle differenze generazionali:

Per finire, la ricerca della 5C SU su discriminazione razziale e omofobia: