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Senza arte né parte

La disputa sulle opere d’arte e la loro appartenenza è sempre attuale: ce lo rammenta una studentessa, accennando alla recente richiesta da parte del direttore del Museo Nazionale di Roma di riavere la base del Discobolo

Il politico e critico d’arte francese Quatremère de Quincy scriveva che “le opere d’arte compongono un tutto organico con l’ambiente sul quale sono collocate e dal quale traggono il loro storico significato”, ma dal trattato di Tolentino del 1797, che diede il via alle spoliazioni napoleoniche in Italia, alla battaglia legale tra Londra e Atene per i marmi del Partenone, la storia dell’arte ha sempre dovuto affrontare il problema
della dislocazione delle opere dal luogo originale.

Ancora oggi, nel dicembre del 2023, l’Italia è protagonista di una disputa artistica; tutto comincia dalla richiesta, via lettera, del direttore del Museo Nazionale Romano Stéphan Verger al direttore della Gliptoteca di Monaco, Florian S. Knauß, di riavere la base marmorea settecentesca del Discobolo.

Ma com’è finita la statua in Germania? In questo caso, non bisogna chiamare in causa Bonaparte o Lord Elgin, ma fare un passo avanti, fino al 1938. Il Discobolo, splendida copia romana del II secolo d.C. di un bronzo di Mirone, era stato ritrovato nel 1781 sull’Esquilino e Adolf Hitler, che aveva potuto ammirarlo durante una sua visita in Italia, l’aveva assunto come emblema dell’estetica nazista. Così il proprietario della statua, il principe romano Lancellotti, era stato costretto a venderla per 16 milioni di lire contanti alla Germania per volere di Mussolini e del ministro degli Esteri Ciano, nonostante il parere contrario dell’allora ministro dell’Istruzione Bottai.

Nel novembre del 1948 il ministro Siviero, ritenendo che l’opera fosse stata illegalmente presa dai nazisti, riuscì a riportare il Discobolo Lancellotti in Italia, ma senza la base, che oggi infatti viene reclamata. Il direttore tedesco Knauß tuttavia contesta il ritorno dell’opera nella penisola a metà del secolo scorso e si rifiuta di restituire il basamento in quanto acquisito legalmente dallo Stato Tedesco. Anzi, chiede addirittura di riavere il Discobolo! Sulla questione il ministro della Cultura Sangiuliano ha le idee chiare: “Devono passare sul mio cadavere…”


Quello dei furti d’arte è, e probabilmente sarà sempre, un tema molto delicato, soprattutto quando concerne periodi storici complessi e oscuri come la Seconda Guerra Mondiale. Dare un giudizio finale sulla questione è difficile, ma nel farlo sarebbe opportuno riconoscere che Lancellotti è stato costretto a vendere la statua e pertanto la Gliptoteca di Monaco non potrebbe reclamarla così facilmente, specialmente se si tiene in considerazione il pensiero di de Quincy e di molti altri intellettuali che hanno affrontato e affrontano tuttora l’argomento della tutela del Patrimonio.

Maggie Francesca Pagani, 5A Liceo Classico

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Alla scoperta di Milano

Due studentesse raccontano la singolare esperienza vissuta a Milano al MUSA con la loro classe

Noi della classe 3BSC ci siamo recati a Milano con l’intento di scoprire una delle tante
branche della medicina, avventurandoci nel campo dell’antropologia; tale approccio
è stato possibile grazie al MUSA (Museo Universitario delle Scienze Antropologiche).


Gli esperti del laboratorio riescono a ricostruire le storie delle persone che hanno vissuto
a Mediolanum attraverso delle “semplici ossa” ma non così tanto, poiché tra crani fratturati
e omicidi venuti a galla vengono ricavate da esse molte abitudini del passato.
Di cosa si nutrivano? In che periodo vi sono state povertà agricole legate alle guerre?
Quali tecniche di tortura erano già presenti? Qual era il loro stile di vita?
Grazie a queste informazioni, siamo entrati in contatto con le avversità dei nostri antenati
e abbiamo scoperto circostanze affini ai nostri tempi, come quella di vivere una
pandemia. Noi stessi abbiamo avuto l’opportunità di poter sperimentare con ossa vere,
grazie a una divertente attività di laboratorio.


Di estrema importanza è il tema dei diritti umani. Infatti, una parte del museo è dedicata a
rammentare la loro esistenza. Un avvenimento tragico che è stato ricordato è il naufragio
del 18 aprile 2015, di cui è stato possibile riconoscere l’identità di sole 6 vittime su 1000.
MUSA ha l’intento di non attribuire a esse dei numeri, bensì di dare loro la dignità di
essere appartenute a delle persone.

JIMMY NELSON Humanity


Nel pomeriggio ci siamo recati alla mostra fotografica di Jimmy Nelson, tenutasi a
Palazzo Reale e riguardante tribù nomadi di tutto il mondo che hanno realtà diverse dalla
nostra, e che ha tra i tanti obbiettivi quello di apprendere gli uni dagli altri. L’argomento si collega indirettamente all’attività mattutina, poiché entrambe hanno come finalità il riconoscimento dell’importanza di ogni singola vita.

Lucrezia Costanza, Carlotta Astrua, 3C scientifico