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21 marzo: giornata mondiale della poesia

In occasione della celebrazione, pubblichiamo un numero speciale del giornalino dei lettori dedicato all’arte di esprimere in versi

Dal 1999 l’Unesco ha scelto il 21 marzo per celebrare la bellezza e la forza comunicativa della poesia. Unendoci a chi, anche nella nostra scuola, ricorderà il nome e le storie delle vittime delle mafie, pubblichiamo un numero speciale di Fahrenheit 2021, il giornalino dei Lettori (e non solo) del nostro liceo, interamente dedicato alla poesia.
Autori dei versi sono i ragazzi del “Cavalieri”, che, bandito ogni eccesso di retorica, vi sorprenderanno per la sensibilità che esprimono. 

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Il Liceo Cavalieri si aggiudica la prima edizione di dibattito del premio Ezio Brustia

il Premio Ezio Brustia è stato aggiudicato alla compagine del Liceo Cavalieri i Doxanti che, assieme alla rappresentanza degli studenti dell’Istituto Maggia le Forchette urlanti, ha posto in evidenza i termini di una questione complessa come quella della discriminazione di genere e della violenza sulle donne in Italia

Venerdì 8 marzo le studentesse e gli studenti del Liceo Cavalieri di Verbania e dell’Istituto Maggia di Stresa si sono riuniti, presso la sala di Villa Giulia a Pallanza, per svolgere un’intensa e significativa giornata di riflessione dedicata alle donne.

la squadra del Maggia

L’iniziativa è stata organizzata dalla Società Filosofica Italiana sez. VCO e dalla Società Assicurativa PluriAss Scuola, per ricordare lo studioso di Filosofia il dott. Ezio Brustia, la cui famiglia e i colleghi hanno dedicato un Premio alla sua memoria assegnato attraverso una gara di dibattito tra le scuole del VCO.

Le rappresentanze delle alunne e degli alunni del Liceo Cavalieri e dell’Istituto Maggia si sono confrontati sul tema: In Italia la cultura patriarcale è all’origine della discriminazione di genere.

Il dibattito tra le due scuole ha fornito l’occasione per approfondire, attraverso una ricerca storica e linguistica, un tema di drammatica attualità: la disuguaglianza tra uomini e donne ancora presente nella società italiana.

la squadra del Cavalieri con la Dirigente Cinzia Sammartano e il Professor Michele Rizzi

L’incontro dibattimentale si è articolato secondo il protocollo della Palestra di Botta&Risposta “Patavina Libertas”. Tale attività ha permesso alle studentesse e agli studenti di poter sviluppare le loro argomentazioni con riferimenti a Platone e a John Stuart Mill, con citazioni e con l’analisi dei termini “patriarcato” e “cultura patriarcale”, “sessismo” e “maschilismo”, introducendo diverse proposte interpretative rispetto alla tematica trattata.   

A conclusione dell’incontro, il Premio Ezio Brustia è stato aggiudicato alla compagine del Liceo Cavalieri i Doxanti che, assieme alla rappresentanza degli studenti dell’Istituto Maggia le Forchette urlanti, ha posto in evidenza i termini di una questione complessa come quella della discriminazione di genere e della violenza sulle donne in Italia. 

la premiazione

La giornata è stata introdotta dal giornalista e filosofo della tecnologia Bruno Mastroianni, docente incaricato di Teoria e pratica dell’argomentazione digitale presso l’Università di Padova, che ha trattato il tema della violenza verbale implicita, presente nel sistema culturale comunicativo come elemento di disparità. Mastroianni ha spiegato che attraverso i “non detti”, o frasi apparentemente innocue, si nasconde l’insidia di una cultura discriminante nei confronti delle donne, le quali ancora non hanno raggiunto la piena parità nella moderna società italiana.

Il filosofo ha anche evidenziato come il confronto dibattimentale sia alla base del processo educativo dei giovani, perché risulta essere uno strumento pedagogico essenziale per lo sviluppo del pensiero critico, elemento necessario per perseguire il rinnovamento sociale attraverso la partecipazione civile e condivisa di tutte le persone che compongono la società.

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L’arte si racconta. Un pomeriggio in gipsoteca

Gli allievi del corso Beni Culturali hanno “dato voce” alle sculture del Museo del Paesaggio: una studentessa racconta …

Nel pomeriggio di domenica 28 gennaio, un gruppo di studenti del corso Beni Culturali del
Liceo Classico, coordinati dalla professoressa Gabriella Prandi, ha accompagnato i
numerosi visitatori del Museo del Paesaggio di Pallanza alla scoperta delle opere dello scultore
Paolo Troubetzkoy. Si è trattato però di una visita speciale: i ragazzi hanno infatti prestato le
loro voci alle statue, offrendo così agli spettatori l’opportunità di ascoltare la storia della
collezione direttamente dai suoi celebri protagonisti. 


Paolo Troubetzkoy, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, ha potuto godere a pieno del
grande fervore culturale di quegli anni incontrando personaggi di spicco in ogni ambito, dalle
arti figurative alla poesia, senza dimenticare la musica. Proprio quest’ultima ha ricoperto un
ruolo importante nella vita e nella produzione dello scultore, che era figlio di una cantante
americana e frequentava spesso musicisti, compositori e ballerine. Per questo, a ogni sala del
Museo, è stato abbinato un brano musicale che ha accompagnato i monologhi presentati dagli
studenti.


Gli artisti Auguste Rodin e Giovanni Segantini, il Premio Nobel George Bernard Shaw, il
“poeta vate” Gabriele d’Annunzio e lo scrittore Lev Tolstoj sono alcune delle grandi
personalità che hanno animato il Museo domenica. Il percorso, introdotto dalla grazia e dalla
raffinatezza di Elin, la moglie dello scultore, è stato ingentilito dalla celebre Danzatrice, Lady
Constance Stewart-Richardson e da Adelaide Aurnheimer, ritratta in Dopo il ballo. Di grande
suggestione è stato poi l’incontro con il monumentale Garibaldi a cavallo.


L’iniziativa, nata dalla collaborazione tra il Liceo e il Museo del Paesaggio, ha così promosso
un nuovo modo di raccontare l’arte, portandola fuori dalle aule scolastiche e presentandola in
questo inedito itinerario attraverso le sale del Museo.
Il Pomeriggio in Gipsoteca è ben sintetizzato in una battuta tratta dal monologo di Tolstoj:
Ora qui, in questo Museo, mi trovo a ripensare Che cos’è l’arte? Quella vera, che contagia,
capace di suscitare nell’uomo quel sentimento di gioia che nasce dalla comunione spirituale
con l’artista e con gli altri uomini che contemplano la stessa opera d’arte
.

Così è stato: le statue dello scultore che voleva “esprimere il sentimento della vita” hanno dialogato con il
pubblico, animandosi e allietandolo con le loro storie. 

Maggie Francesca Pagani

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Arti Articoli Attualità

Senza arte né parte

La disputa sulle opere d’arte e la loro appartenenza è sempre attuale: ce lo rammenta una studentessa, accennando alla recente richiesta da parte del direttore del Museo Nazionale di Roma di riavere la base del Discobolo

Il politico e critico d’arte francese Quatremère de Quincy scriveva che “le opere d’arte compongono un tutto organico con l’ambiente sul quale sono collocate e dal quale traggono il loro storico significato”, ma dal trattato di Tolentino del 1797, che diede il via alle spoliazioni napoleoniche in Italia, alla battaglia legale tra Londra e Atene per i marmi del Partenone, la storia dell’arte ha sempre dovuto affrontare il problema
della dislocazione delle opere dal luogo originale.

Ancora oggi, nel dicembre del 2023, l’Italia è protagonista di una disputa artistica; tutto comincia dalla richiesta, via lettera, del direttore del Museo Nazionale Romano Stéphan Verger al direttore della Gliptoteca di Monaco, Florian S. Knauß, di riavere la base marmorea settecentesca del Discobolo.

Ma com’è finita la statua in Germania? In questo caso, non bisogna chiamare in causa Bonaparte o Lord Elgin, ma fare un passo avanti, fino al 1938. Il Discobolo, splendida copia romana del II secolo d.C. di un bronzo di Mirone, era stato ritrovato nel 1781 sull’Esquilino e Adolf Hitler, che aveva potuto ammirarlo durante una sua visita in Italia, l’aveva assunto come emblema dell’estetica nazista. Così il proprietario della statua, il principe romano Lancellotti, era stato costretto a venderla per 16 milioni di lire contanti alla Germania per volere di Mussolini e del ministro degli Esteri Ciano, nonostante il parere contrario dell’allora ministro dell’Istruzione Bottai.

Nel novembre del 1948 il ministro Siviero, ritenendo che l’opera fosse stata illegalmente presa dai nazisti, riuscì a riportare il Discobolo Lancellotti in Italia, ma senza la base, che oggi infatti viene reclamata. Il direttore tedesco Knauß tuttavia contesta il ritorno dell’opera nella penisola a metà del secolo scorso e si rifiuta di restituire il basamento in quanto acquisito legalmente dallo Stato Tedesco. Anzi, chiede addirittura di riavere il Discobolo! Sulla questione il ministro della Cultura Sangiuliano ha le idee chiare: “Devono passare sul mio cadavere…”


Quello dei furti d’arte è, e probabilmente sarà sempre, un tema molto delicato, soprattutto quando concerne periodi storici complessi e oscuri come la Seconda Guerra Mondiale. Dare un giudizio finale sulla questione è difficile, ma nel farlo sarebbe opportuno riconoscere che Lancellotti è stato costretto a vendere la statua e pertanto la Gliptoteca di Monaco non potrebbe reclamarla così facilmente, specialmente se si tiene in considerazione il pensiero di de Quincy e di molti altri intellettuali che hanno affrontato e affrontano tuttora l’argomento della tutela del Patrimonio.

Maggie Francesca Pagani, 5A Liceo Classico

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Arti Articoli Podcast

“Apollo Superstar”: il nuovo podcast realizzato dal corso di Beni Culturali

Il famoso Apollo di Veio, da qualche anno lontano dalle luci della ribalta, appare ancora una volta dinanzi a noi per un’intervista impossibile

Ci riceve in una delle sale del Museo di Villa Giulia, a Roma, illuminato da riflettori meno abbaglianti. Non è solo, davanti a lui c’è Eracle e alle sue spalle Latona, anch’essi ritrovati tra i resti del tempio di Minerva a Veio.

2A Classico, Beni Culturali

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Articoli News

Il Cavalieri a Padova per il dibattito

Una studentessa ci racconta in prima persona l’esperienza vissuta a Padova lo scorso 11 novembre, quando la squadra di dibattenti del nostro Liceo ha sostenuto l’incontro con una squadra avversaria

Una scuola senza voti: funziona? Questo è stato il tema – decisamente sfidante e attuale – su cui ci siamo confrontati sabato 11 novembre, contro il Liceo “Antonio Pigafetta” di Vicenza, in un incontro di dibattito regolamentato, svolto presso il Salone dell’Orientamento a Padova come evento di chiusura dell’ExpoScuola 2024.

foto di gruppo squadre e allenatori

La nostra squadra del Liceo Cavalieri, denominata Doxanti, ha sostenuto l’onere della tesi pro, la squadra vicentina Navicella dell’ingegno ha difeso le ragioni contro.
Il dibattito, sottoposto alla valutazione della giuria di esperti, ha seguito le regole del formato della “Palestra di botta e risposta” e della “Disputa felice”, denominato Patavina Libertas.

La preparazione prima del dibattito

La nostra partecipazione all’evento ha rappresentato un’occasione per allenare le abilità oratorie, ma anche per esercitarsi e dimostrare che si possono sostenere ragioni opposte senza scontrarsi: una palestra più che mai utile in un tempo dominato dalle discussioni sui social, in cui spesso i confronti prendono le forme di scontri fra tifoserie, dove alle argomentazioni si sostituiscono gli slogan.

Tutti noi dibattenti abbiamo vissuto un’esperienza unica nel suo genere, che ci ha arricchito e ci ha dato l’occasione di migliorare le nostre abilità tecniche del dibattito. Anche se abbiamo perso la sfida contro i nostri avversari, abbiamo capito i nostri punti deboli e siamo pronti a rafforzarli e chissà, magari uscirne vittoriosi una prossima volta. 

La squadra dei Doxanti

Trovandoci di fronte a tantissimi ragazzi e famiglie abbiamo sviluppato una nuova abilità: gestire l’ansia di parlare in pubblico, riuscendo, seppur non interamente, a mostrare le nostre capacità retoriche. 

La differenza dal punto di vista tecnico con l’altra squadra è stato un ottimo spunto per migliorare, anche grazie ai giudici, che, con il loro commento riguardo la performance di entrambe le squadre, hanno evidenziato punti deboli e punti di forza.

La premiazione di Simone Galli (5Bcl) “oratore del giorno”

Questa speciale esperienza ci ha orientato ancor maggiormente verso un miglioramento delle nostre facoltà relazionali, empatiche e oratorie, aggiungendo un tassello in più al nostro percorso di crescita formativa come studenti, come cittadini, come persone presenti nella vita activa della società.

Marta Comoli, 5B Classico

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Articoli News

Historia magistra vitae

Nella mattinata di giovedì 19 ottobre, le classi quinte del nostro Liceo si sono recate al Teatro Il Maggiore per assistere, insieme ad altri studenti provenienti da vari istituti superiori di Verbania, a un convegno dal titolo Il valore in rosso e blu: Carabinieri e Resistenza nella Liberazione d’Italia. Pubblichiamo il report di una studentessa.


Appena arrivati, la Professoressa Sara Rubinelli ci ha introdotto al tema, parlando
dell’importanza del pensiero critico e della corretta informazione in quanto la mancanza di
ciò porta ad ignoranza e intolleranza. Ci ha inoltre spiegato di come molte siano le cause
della disinformazione oggi, tra cui la creazione di bolle informative, la totale parresia nella
pubblicazione online e una certa “analfabetizzazione mediatica”.


Il momento per noi studenti forse più emozionante è stato il dialogo del Professor
Alessandro Barbero con i ragazzi dei vari istituti (tra cui Giacomo Marchetti di 5Csc, Maggie
Pagani di 5Acl e Jacopo Smorgoni di 5Bcl a rappresentare il nostro liceo), rispondendo alle
loro domande inerenti vari aspetti della guerra partigiana. Il Professore è stato inoltre molto
disponibile a soddisfare ulteriori domande anche dopo la fine dell’intervento, e a firmare
qualche libro, ovviamente.


A seguire, il Tenente Colonnello Raffaele Gesmundo ha ricapitolato le azioni dell’Arma dei
Carabinieri dopo l’8 settembre 1943, tra momenti di incertezza e azioni eroiche, aiutandoci a
meglio comprendere i valori e lo spirito di questi uomini coraggiosi.
Sorprendente e tenero, poi, l’intervento di nientepopodimeno che Alessandro d’Acquisto,
fratello del celebre Salvo, il quale ci ha letto stralci della corrispondenza del giovanissimo
fratello appena entrato in servizio a Roma ai familiari.


La mattinata si è conclusa con l’illustrazione della Resistenza partigiana nel Verbano Cusio
Ossola, a opera del Professor Pierantonio Ragozza.
In compagnia di questi illustri ospiti le ore sono volate e troppo presto siamo dovuti uscire
dal Teatro, incamminandoci verso altre destinazioni in compagnia della pioggia sottile.


Agnese Visca, 5A Classico

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Arti Articoli News

Ribalta nazionale per il Liceo Cavalieri

I docenti del progetto di Teatro della nostra scuola si aggiudicano un importante riconoscimento per la sceneggiatura dell’opera L’Enigma

Ribalta nazionale per il Liceo Cavalieri che, grazie al progetto interno di teatro-scuola, si è aggiudicato il primo premio della sezione docenti e operatori teatrali, nella 19° edizione del concorso “Michele Mazzella, per una drammaturgia giovane” a Roma. Il premio, condiviso ex-aequo con Monica Mariotti del Liceo Vivona della capitale, è stato assegnato per la miglior sceneggiatura scritta in collaborazione tra docenti e operatori teatrali.

L’opera premiata, L’Enigma, è nata nell’ambito del progetto “Di nuovo in scena”, che a sua volta fa parte del progetto “LAIVin” cofinanziato da Fondazione Cariplo. Il testo è stato inizialmente elaborato dai professori Silvana Pirazzi e Maurizio D’Andrea, e in seguito rivisto assieme all’équipe di regia formata da Cinzia Cirillo e Annarosa Braganti. Quest’anno, in più, vi è stata l’insostituibile collaborazione del professor Walter Temi, in veste di esperto di scacchi, che ha prestato consulenza alla regista nel mettere in scena la storia tragica del re tebano Edipo come una grande partita a scacchi, giocata da due divinità, Caos e Themis, insensibili alle sciagure umane. La fosca vicenda di Edipo si dipana così tra mosse e contromosse verso il tragico finale, prevedibile eppure ineluttabile, con una sfinge multiforme che guida i protagonisti verso la distruzione.

Lo spettacolo, oltre che al teatro Sant’Anna di Verbania, è stato rappresentato anche al festival “Domus in fabula” a Domodossola, e a Treviglio, nell’ambito del festival “LAIVin Action”.La premiazione avverrà lunedì 6 novembre al teatro Ghione di Roma, dove i due docenti premiati e la regista Cirillo si recheranno a ritirare il premio, pari a 400 euro.

Il riconoscimento non va solo agli autori del testo, ma anche a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del progetto: i nostri fantastici studenti, ovviamente, senza i quali nulla di tutto ciò esisterebbe, la dirigente Cinzia Sammartano, che ha sostenuto le iniziative del gruppo di teatro, e il personale scolastico col suo prezioso lavoro.

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Allegoria con la sfera armillare: la tela che naviga tra i misteri

Una studentessa del nostro liceo si è cimentata in una affascinante interpretazione dei due dipinti del Veronese, in mostra al Museo del Paesaggio

Il 7 luglio 2023, come preannunciato, le due Allegorie del Veronese sono finalmente tornate
a casa, sul Lago Maggiore, e abbiamo quindi avuto modo di osservarle e studiarle presso il
Museo del Paesaggio di Pallanza. Sicuramente ora queste due grandi tele non passano più
inosservate, come quando si trovavano a Villa San Remigio, ma i loro misteri non sono
affatto finiti. Cosa rappresentano veramente? Dove erano collocate in origine? Esistono altre
opere appartenenti allo stesso ciclo?


Per risolvere questa intricata matassa di domande e dubbi occorre districare un filo alla volta
e noi abbiamo deciso di partire dall’Allegoria con la sfera armillare, conosciuta anche come
Allegoria dell’Astronomia o Allegoria della Geografia.
Questa tela, dove viene rappresentato un filosofo dagli abiti orientaleggianti immerso in un
paesaggio naturale, è caratterizzata da tre elementi strettamente connessi al mondo della
navigazione e della geografia: situati su una delle diagonali del dipinto, partendo da in alto a
sinistra troviamo la sfera armillare, poi un libro aperto ai piedi dell’uomo, e infine un globo
terrestre.


A catturare la nostra attenzione è stato subito l’enigmatico libro: esso presenta una legatura
a mezza pelle (rossa e asse) con piatti in legno, solitamente utilizzati per volumi grandi e dai
contenuti importanti – come suggerisce anche la presenza di fermagli in stoffa che dovevano
tenere chiuso il libro per garantirne una buona conservazione. Di conseguenza ipotizziamo
che si tratti di un volume dipinto a mano membranaceo, ovvero realizzato in pergamena,
materiale igroscopico che se esposto all’ambiente esterno, perciò senza la protezione
garantita dai fermagli e dai piatti lignei, rischia di assorbire l’umidità e rovinarsi: la presenza
di una pagina spostata e ripiegata, sembra confermare la nostra idea.

Un altro aspetto
misterioso del volume è il suo indecifrabile titolo presente sul taglio superiore: per leggerlo
occorrerebbe chiudere il libro e ribaltarlo, poiché le lettere non sono rivolte verso lo
spettatore, ma verso il filosofo.

Per coerenza con l’intera opera potrebbe trattarsi di un
atlante che nell’aspetto ricorda in maniera significativa le opere di Battista Agnese,
cartografo genovese attivo a Venezia nei primi del Cinquecento, la cui grande produzione
consisteva proprio in codici disegnati e dipinti su pregiata pergamena. Alla luce di queste
osservazioni, si potrebbe dunque confermare che si tratti di un’allegoria della geografia, ma
per comprendere a pieno la natura enigmatica di questa tela dobbiamo continuare a
navigare tra i suoi misteri!


Maggie Francesca Pagani

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ARTICOLO 9 – N. 2 /2023

Questo numero di Articolo 9, Sapere e sapori, è dedicato al banchetto degli antichi greci e dei romani. Attraverso i reperti, che le scoperte archeologiche ci hanno restituito, scopriamo i riti del simposio greco, le prelibatezze della cucina romana, storie e curiosità della tavola degli antichi.
E, in appendice, una piccola raccolta di ricette da sperimentare. 
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Ascoltando la Bellezza

Su Spotify un nuovo podcast dedicato all’arte curato dal gruppo Beni Culturali del nostro Liceo

ASCOLTANDO LA BELLEZZA è un podcast a regola d’arte: curato dal gruppo Beni Culturali del Liceo Classico di Verbania, propone interviste impossibili ai protagonisti dell’arte, viaggi, itinerari e interessanti curiosità, il tutto a portata di click.

ascoltate subito le puntate qui!!!!!!

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ARCHEOnotizie N.9

Questo numero speciale è dedicato all’alluvione che ha colpito l’Emilia- Romagna,  alle città invase dal fango, alle biblioteche sommerse, agli antichi testi e alle opere la cui integrità è perduta per sempre.

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Articoli News

La differenziata che fa la differenza!

Consegnati alla Fondazione Malattie del Sangue i tappi di plastica raccolti dalla nostra scuola

Giovedì 1 giugno, i volontari della Fondazione Malattie del Sangue ci hanno contattato per il ritiro e alcune ragazze della 2C scientifico hanno consegnato i sacchi raccolti. L’idea infatti era nata dalla classe stessa e ha visto la collaborazione con l’Istituto Cobianchi in cui tale raccolta è attiva da più anni.

Una differenziata ben Fatta!!

2C Scientifico

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Ho cambiato idea!

Sabato 20 maggio gli studenti del Cavalieri si sono cimentati in un interessante dibattito sul tema: “malvagi si nasce o si diventa”?

È stato un emozionante sabato pomeriggio quello trascorso presso la Biblioteca “P. Ceretti di Verbania, con un appassionante dibattito sostenuto dalla classe 1A Classico, guidata dalla prof.ssa Alessandra Santarelli, sul tema: “malvagi si nasce, o si diventa?”.
L’argomento è stato introdotto dallo scrittore Antonio Ferrara, autore del libro “Ero cattivo”, vincitore del
premio Andersen.
Lo scrittore ha dialogato con gli studenti sottolineando il valore della lettura e l’importanza della scrittura
come strumento per manifestare il disagio giovanile. Antonio Ferrara ha detto, nel suo dialogo con gli
studenti, che scrive storie di ragazzi per “risarcirli” di ciò che a loro manca, perché, egli sostiene, che si
cerca di realizzare i loro bisogni, ma si trascurano i loro desideri e, citando un verso di una poesia di Danilo
Dolci, Ferrara ha concluso il suo discorso con la frase: “Ciascuno cresce solo se è sognato”, ovvero
immaginare gli altri come ora non sono e avere la convinzione che la realtà si può cambiare solo se si
prende coscienza delle potenzialità di ciascuno.

La locandina dell’evento


Il prof. Michele Rizzi ha moderato l’incontro di dibattito, mettendo in rilievo il valore della discussione come espediente formativo per lo sviluppo del pensiero critico, che i bravissimi ragazzi della 1A Classico sono riusciti a realizzare pienamente con passione e divertimento.
Il progetto formativo si chiama “Ho cambiato idea!” ed è realizzato con la partecipazione della Società
Filosofica Italiana sez VCO e l’Associazione Sherazade.

Quest’ultimo è nato nel 2018 con l’obiettivo di formare al dibattito studenti e cittadini. Il progetto di quest’anno ha voluto coniugare lo sviluppo delle tecniche argomentative del dibattito con un percorso di
promozione della lettura giovanile. Successivamente alla formazione del docente, le classi partecipanti si sono affrontate in dibattiti regolamentati in merito a quesiti legati a decisioni compiute dai personaggi o a tematiche riferibili al libro prescelto dai ragazzi. Le classi vincitrici si sono sfidate in un mini festival finale presieduto dagli autori dei libri dibattuti.

1A classico

la locandina del progetto
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ARCHEOnotizie N.8


Con questo numero torniamo a Paestum, l’antica Poseidonia, dove recenti scavi hanno portato alla luce nuovi reperti legati al culto di Poseidone, la divinità a cui era dedicata l’antica città greca. Ci spostiamo poi a Ravenna, per scoprire una domus romana con magnifiche pavimentazioni a mosaico, che le hanno valso il nome di Domus dei tappeti di pietra.

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Articoli News Riflessioni

La fiamma di Yerevan

Gli studenti e le studentesse della 4ASU hanno partecipato al concorso “Adotta un giusto” organizzato da Gariwo – La foresta dei giusti, associazione ONLUS milanese che promuove la memoria dei giusti. Il loro lavoro è risultato vincitore per la categoria Testi. Pubblichiamo lo scritto premiato
Il Memoriale del Genocidio armeno a Yerevan.
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24 aprile 2915. La fiamma di Yerevan si era spenta. Quasi tutti avevano dimenticato il Metz Yeghern.

Nairí, ragazza armena, decide di recarsi al memoriale come avevano sempre fatto i suoi antenati. Quello stesso giorno un ragazzo turco, Emre, stava facendo la stessa cosa perché aveva scoperto di avere degli antenati armeni. Giunti al memoriale per omaggiare il ricordo, si incontrano, ma sono colti dalla desolazione: non un fiore, non un suono, non una parola, ma soprattutto della fiamma del ricordo non restava che della brace, che si stava raffreddando sempre di più.

I due si guardano: “Troppe persone sono morte a causa di questo genocidio”. “Tu hai ancora qualcuno?” “No, sono sola”. “Anch’io sono solo”. Regna un lungo silenzio doloroso, e poco dopo.

“Vuoi che… diventiamo fratelli?”. E si adottano l’un l’altro.

Cominciano a percorrere il perimetro del grande edificio. Nairí vede addossato ad una parete un libro. Incuriositi lo raccolgono e iniziano a sfogliarlo, ma non trovano scritto niente, solo pagine ingiallite e strappate.

Mentre sono intenti a guadare il libro, davanti a loro si materializza un’ombra che inizia a parlare e dice: “Sono Orhan Pamuk, scrittore turco del XXI secolo; ho combattuto contro il negazionismo promosso dal governo del mio paese sul genocidio degli Armeni. Ho lasciato da parte le mie paure e ho denunciato la strage che era stata commessa prendendo le parti degli oppressi, nonostante non avessi alcun interesse nel farlo, essendo turco. Sono qua per dirvi che la fiamma del memoriale si è spenta perché soffocata dall’odio e dal razzismo.

Voi ragazzi dovete riaccendere la fiamma che per secoli è stata accesa e combattere contro questi mali, perché bisogna ricordarsi che l’odio è come un muro: qualcosa davanti al quale non bisogna fermarsi. Il modo migliore per evitare un muro è comportarsi come se questo non esistesse, avendo ben presente che esiste, ma non facendosi condizionare dalla sua presenza. Continuate a combattere per non dimenticare”. Detto questo, scompare.

I ragazzi proseguono. In un cumulo di rose ormai appassite, una sola mantiene i suoi colori. I ragazzi la vedono e la raccolgono; in quel momento appare uno spirito dalle sembianze femminili:

“Sono Zabel Yessayan, una scrittrice armena. Sono stata l’unica a pronunciare una difesa in favore del poeta Charents, pur sapendo a cosa sarei andata incontro. Credo però che si debba lottare per la giustizia, i diritti di tutti e schierarsi sempre dalla parte del bene. Ricordate ragazzi: non abbassate mai la testa di fronte alle ingiustizie imposte dalle autorità. L’indifferenza di fronte al male aumenta solo l’odio.

Lo spirito si dissolve e i ragazzi, ispirati dalle sue parole, proseguono. D’un tratto, un usignolo zoppicante cade vicino ai loro piedi; vedendolo in difficoltà, lo raccolgono e mentre lo tengono tra le mani, compare un’ombra: “Sono Hrant Dink, giornalista armeno ucciso nel 2007 in Turchia.

La fiamma di questo luogo non arde più a causa dell’odio e del razzismo; per tentare di ravvivarla, oggi ho un messaggio da darvi. Credo ancora nella possibilità di far convivere turchi e armeni, per vederli uniti e senza pregiudizi proprio come voi. Nonostante l’inquietudine possa prendere il sopravvento nel vostro animo, non abbiate timore di sostenere le vostre idee e lottare per la vostra identità. Ricordatevi che la libertà è il bene più grande che l’umanità possa possedere e dovete battervi per essa affinché nessuno pensi di potervela sottrarre. Tenete sempre vivo il ricordo”. E dopo queste parole l’usignolo si alza in volo, lasciando i ragazzi al loro cammino.

L’animo di Emre e Nairí inizia a rasserenarsi; le parole di questi personaggi avevano accresciuto in loro il desiderio di far risplendere di nuovo quella fiamma. In quel momento notano uno strumento simile a un flauto: è un duduk. E allora pensano che forse, se fossero riusciti a suonarlo, avrebbero risvegliato la speranza e il ricordo negli uomini. Ci provano, ma all’inizio escono soltanto suoni stridenti e stonati. Scoraggiati, i ragazzi stanno per posare lo strumento quando da esso fuoriesce uno spirito che dice: “Oriente e Occidente non sono come l’acqua e il petrolio. Possono mescolarsi e fondersi in modo intenso, incessante e mozzafiato. Sono Elif Shafak, scrittrice turca che si è sempre battuta per mantenere vivo il ricordo del genocidio armeno. Ho sempre promosso la tolleranza tra i popoli e lottato affinché ci fosse unione e alleanza tra di essi. Vi affido questo duduk, strumento simbolo dell’unione armena, che con la sua melodia renderà possibile il ricongiungimento dei due popoli presso il Memoriale. Suonatelo e assisterete alla sua magia”. 

Così Nairí prova a suonare il duduk mettendoci tutto l’amore e tutto il dolore che aveva in corpo, mentre Emre le posa una mano sulla spalla. Allora esso inizia a emettere una melodia meravigliosa. Dopo qualche minuto gruppi di persone incuriosite si avvicinano, incamminandosi verso il centro del memoriale. Mentre Nairí suona il duduk, la rosa inizia a diffondere un intenso profumo e l’umanità dei presenti torna a fiorire. Emre allora raccoglie il libro e improvvisamente si accorge che le parole delle ombre erano rimaste impresse nelle sue pagine. Quindi inizia a leggerlo ad alta voce e la gente si mette ad ascoltarlo. Infine l’usignolo, guarito, vola quattro volte attorno al braciere, che inizia a riscaldarsi. In quel momento tutti ricordano il Metz Yeghern e si abbracciano, armeni e turchi, come un unico popolo. E la fiamma torna ad ardere.

La fiamma del Memoriale del Genocidio armeno a Yerevan.
File con licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International
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Notte Nazionale del Liceo Classico – IX edizione

Anche quest’anno il Liceo “Bonaventura Cavalieri” di Verbania partecipa alla IX edizione della Notte Nazionale del Liceo Classico; pubblichiamo il comunicato stampa dell’evento in attesa di diffondere foto e immagini della nostra serata

L’evento, nato da un’idea del prof. Rocco Schembra, docente di Latino e Greco presso il Liceo Classico “Gulli e Pennisi” di Acireale (CT) e ora Ricercatore di Filologia classica presso l’Università di Torino, sostenuto dal Ministero della Pubblica Istruzione e dall’Associazione Italiana di Cultura Classica, introdotto dal brano inedito “Tutto” del cantautore fiorentino Francesco Rainero, quest’anno si celebrerà venerdì 05 maggio 2023, dalle ore 18:00 alle ore 24:00 in 355 licei classici.

Il Liceo Classico “Bonaventura Cavalieri” invita la cittadinanza a partecipare all’evento gratuito alle ore 21.00 presso il Teatro Sant’Anna di Verbania. La grande novità di questa edizione è che ai licei italiani si sono uniti per la prima volta 9 licei stranieri, di cui due della Francia (addirittura uno di questi della remota Isola della Réunion), uno della Germania, due della Grecia, uno della Spagna e tre della Turchia.

L’idea di partenza si è rivelata vincente: nata per dimostrare in maniera evidente che il curricolo del classico, nonostante tutti gli attacchi subìti negli anni, era ancora pieno di vitalità ed era popolato da studenti motivati, ricchi di grandi talenti e con abilità e competenze che oltrepassavano di gran lunga quelle richieste a scuola, la Notte Nazionale del Liceo Classico ha ormai definitivamente fatto breccia nell’opinione pubblica, ha contribuito in maniera rilevante a focalizzare l’attenzione dei media e della gente comune su quello che è il fiore all’occhiello del sistema scolastico italiano.

Anche quest’anno, per la nona volta, prenderà magicamente forma l’idea del prof. Rocco Schembra e, in contemporanea, in quelle sei ore straordinarie, i 355 licei classici aderenti apriranno le loro porte alla cittadinanza e gli studenti si esibiranno in tutta una serie di performance legate ai loro studi e alla esaltazione del valore formativo della cultura classica. Chi durante quelle ore si recherà in uno di questi licei, potrà assistere a maratone di lettura, recitazioni teatrali, concerti, dibattiti, presentazioni di volumi, incontri con gli autori, cortometraggi, cineforum, degustazioni a tema ispirate al mondo antico e quant’altro la fantasia e la voglia di fare degli studenti e dei docenti saprà mettere in atto.

Anche quest’anno gli studenti di tutti i licei classici d’Italia si sono cimentati in un concorso poetico, stavolta ispirato al passo dello storico greco Erodoto che recita così: “Nessuno è così folle da preferire la guerra alla pace: in pace i figli seppelliscono i padri, in guerra sono i padri a seppellire i figli”.

La Notte Nazionale del Liceo Classico è più che una festa. È, innanzi tutto, un modo alternativo e innovativo di fare scuola e di veicolare i contenuti, un puntare su una formazione di natura diversa che non va a sostituire quella tradizionale, ma le si affianca in maniera produttiva e proficua. Il bello della Notte Nazionale non è solo nella Notte stessa, ma nei lunghi e laboriosi preparativi che la precedono, che fanno sì che gli studenti identifichino i locali in cui quotidianamente vivono le ansie e le aspettative di un cammino di studio, faticoso ma gratificante, con un ambiente ludico, in cui cultura vuol dire gioia, piacere di condivisione, rispetto dei tempi e delle parti. Tutti assieme, in una Italia finalmente unita nell’ideale di difesa, promozione e salvaguardia delle nostre radici più autentiche, quelle della civiltà greco-romana.

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Una svolta elettrizzante

Il futuro dell’industria automobilistica sarà elettrico, sostenibile, green. O meglio: questo è il progetto con scadenza 2035 dell’Unione Europea, a cui non tutti i cittadini – specie gli italiani – sembrano voler aderire serenamente e con convinzione. Ancora troppi i restii, gli scettici, gli incerti: eppure gli automobilisti di tutto il mondo, prima o poi, dovranno scegliere da che parte schierarsi

Motore elettrico, ibrido o endotermico? Diesel, benzina, biocarburanti, idrogeno o corrente? Scegliere non è semplice, tuttavia avere un quadro più completo sulla situazione potrebbe aiutare a capire se la decisione di Bruxelles sia una realtà attuabile oppure, come ritengono in molti, un’utopia. La transizione verso le auto elettriche comporta molte sfide da affrontare, tra cui la necessità di espandere la rete di ricarica, di migliorare l’efficienza delle batterie, di ridurre il costo dei veicoli e della manutenzione di essi. Per non parlare dell’autonomia limitata e dei tempi di ricarica ancora molto lunghi, in contrasto con il frenetico mondo in cui attualmente viviamo. Tuttavia il passaggio all’elettrico sembra essere una grande opportunità per far diminuire le emissioni di gas serra e far fronte al cambiamento climatico.

Una svolta nel campo della mobilità è indubbiamente indispensabile e durante questi 12 anni che ci separano dal fatidico 2035, forse servirebbe favorire la “mobilità dolce”, ossia i mezzi pubblici e le piste ciclabili. Diversi sono i comuni italiani già attivi in questa direzione. La “Genova città pulita e verticale” di Giorgio Caproni, ad esempio, pensa a un futuro bus free: entro la fine del 2023 il capoluogo ligure punta a rendere gratuito il servizio di tutti i mezzi pubblici, per residenti e non. Per il momento i risultati sono sorprendenti: ogni giorno, circa tremila autovetture restano ferme nei garage, perché i cittadini preferiscono sfruttare una mobilità più pulita (bus e funicolare).

Anche nel centro di Ferrara, di automobili, ne circolano da sempre ben poche: abitanti e turisti preferiscono di gran lunga percorrere le vie della città in bicicletta, seguendo la rete di piste ciclabili estese per 107 km. 

Non sempre, però, è possibile scegliere alternative più ecologiche e spesso si preferisce utilizzare una macchina di proprietà privata, con effetti dannosi per l’ambiente e per il portafoglio. Infatti, secondo i dati del Ministero delle Imprese (aggiornati al 2021), in un anno l’Italia consuma 7 milioni di tonnellate di benzina e ben 23 milioni di tonnellate di gasolio per i motori diesel. Una nota positiva non manca: l’Italia è avanti nella ricerca e nella produzione di biocarburante. Grazie alla società Eni, infatti, è stato introdotto il nuovo HVOlution, un diesel alternativo prodotto da materie prime di scarto e residui vegetali. L’obiettivo di Eni è uno: produrre, a partire dal 2025, 2 milioni di tonnellate di biocarburanti all’anno, fino ad arrivare ai 6 milioni nel giro di dieci anni.

Sorge spontaneo chiedersi se l’auto tradizionale consumi effettivamente di più dell’elettrica. Ebbene, non sempre è così. Le emissioni totali di un veicolo durante la sua vita, ossia dal concessionario alla demolizione, sono frutto di una combinazione di fattori. Dunque, per valutare questi impatti, l’EEA (Agenzia Europea per l’Ambiente) utilizza il Life Cycle Assessment, uno strumento che permette di analizzare tutte le fasi di vita del veicolo, andando a valutarne passo per passo le emissioni. La produzione e lo smaltimento di un’auto elettrica sono meno green rispetto alle auto con motore endotermico, in quanto un veicolo elettrico è più complesso e l’auto convenzionale è, invece, una tecnologia ormai consolidata da tempo. Non bisogna poi commettere l’errore di ignorare l’origine dell’elettricità impiegata nella ricarica e nello spostamento, oltre che nella produzione dei singoli elementi.

Gigantes fazem acordo para produção de Diesel R5 - Diesel Economics

È necessario che le fonti energetiche applicate siano pulite o quanto meno poco inquinanti, altrimenti si rischia solamente di spostare il luogo di produzione di CO2, fatto che non riduce minimamente le emissioni nella loro totalità. Le auto elettriche diventeranno una soluzione adottabile nel momento in cui i governi e le società di produzione collaboreranno per dare vita a infrastrutture di approvvigionamento energetico veramente sostenibile.

A preoccupare, nell’ultimo periodo, è soprattutto il costo dell’energia elettrica, raddoppiato per effetto della guerra in Ucraina. È vero: anche il prezzo del petrolio è cresciuto persino del 67%, ma l’impatto è stato mitigato dal contributo del Governo. Questo sostegno, sebbene socialmente giustificabile, non agevola la transizione verso le auto elettriche ed è anche per questo che negli ultimi mesi le vendite di auto elettriche in Italia sono calate, a differenza di quanto accaduto nel resto d’Europa. L’UE ha previsto degli incentivi per tutelare le piccole imprese automobilistiche – più tempo per adeguarsi al divieto, esenzioni in toto per chi produce meno di mille veicoli, incentivi all’acquisto di auto elettriche o ibride – eppure l’italiano medio ancora non se la sente di abbracciare il cambiamento. Le auto elettriche hanno prezzi di listino molto più alti, spesso proibitivi e difficili da sostenere (il range si aggira tra i 25 e i 37 mila euro). 

Rende titubanti anche la spesa per la ricarica: un pieno presso le colonnine sul territorio costa tra i 19€ e i 39€, e garantisce un massimo di 320km di percorrenza, contro i circa 700km assicurati con un pieno di benzina al costo di 93€. A riguardo, però, qualche buona notizia c’è: a breve dovrebbero essere installate delle colonnine potentissime (con potenza di 100kw che garantisce una ricarica completa nel tempo di una sosta in Autogrill) anche nelle aree di servizio in autostrada. Ciò rincuora e dà speranza, ma non toglie il fatto che i prezzi delle materie prime sono in rapida crescita e quelli delle batterie sempre più in salita. Il pericolo è che la mobilità privata torni a essere una prerogativa delle classi medio-alte: per un’auto tradizionale il costo delle materie prime è, in media, 3662$, contro gli 8200$ per un’auto elettrica (fonte AlixPartners). 

Tutti questi fattori tendono a divaricare il mercato tra utilitarie a basso costo e veicoli elettrici sì straordinari, ma economicamente inaccessibili. Non è ancora realistico ipotizzare in brevi tempi il raggiungimento dell’obiettivo della parità di prezzo tra un’auto con motore termico e una con motore elettrico, tanto vero che persino Federcarrozzieri ha riportato che riparare un’auto elettrica di nuova generazione, oggi, può avere un costo fino al 46% più alto rispetto a una vettura a benzina. I ricambi, la tripla vernice a rivestimento, i materiali di consumo e i costi complementari sono nettamente maggiori, così come le procedure di riparazione possono essere più lunghe e complesse, quindi più costose. 

A ciò si aggiunge la minaccia del Dragone Orientale: un’auto su tre, nel mondo, è acquistata da un cliente cinese. Eppure il governo di Pechino sembra percorrere ad altissima velocità un’autostrada in contromano: sebbene in passato abbia incentivato l’uso dell’elettrico, a luglio 2022 ha scelto di defiscalizzare l’acquisto di auto di bassa cilindrata con motore termico. Insomma, una contraddizione dopo l’altra che non fa altro che confondere i futuri acquirenti. 

La transizione verso una mobilità alternativa sembra essere stata avviata, ma le incognite sono ancora molte e il dibattito è appena entrato nel vivo. Da giovane cittadina del mondo, mi auguro che prima di prendere una qualsiasi decisione in merito alle scottanti questioni attuali la comunità europea e i governi mondiali riflettano su tutte le alternative possibili, trovando un adeguato compromesso tra sostenibilità e convenienza. Col tempo capiremo se sia stato proficuo partire in quarta, percorrendo la strada dell’elettrico, oppure se sia necessario rivalutare la tradizione e, quindi, inserire la retromarcia.

Anna Gabriele, 4A Liceo Classico

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Docenti per un giorno

Alcune studentesse del nostro liceo hanno partecipato a una lezione all’università della terza età in qualità di docenti su Villa San Remigio: un’occasione per esporre le ricerche svolte a scuola su Umberto Boccioni che in questi luoghi ha soggiornato

Nel pomeriggio di mercoledì 5 aprile 2023, noi alunne del quarto anno del Liceo Classico abbiamo avuto l’opportunità di partecipare all’ultima lezione del Corso universitario della Terza età del professore Leonardo Parachini, tenutasi a Villa Giulia. L’argomento era la splendida Villa San Remigio, situata sul Colle della Castagnola, proprio qui a Pallanza: dimora dei Marchesi Silvio e Sophie della Valle di Casanova e dal 1977 proprietà della Regione Piemonte, la villa ospitava una ricca collezione d’arte ed era punto di ritrovo di artisti di ogni genere. Proprio qui entra in gioco il Corso di Beni Culturali curato dalla professoressa Prandi, che durante l’anno scolastico 2021/2022 si è occupato di ricostruire il soggiorno del pittore futurista Umberto Boccioni e dell’amico musicista Ferruccio Busoni alla Villa.

Il nostro lavoro di ricerca era poi stato esposto a Villa Giulia lo scorso aprile, diventando anche una rivista pubblicata all’interno del nostro magazine e sul sito della scuola. Quest’anno, noi studentesse che stiamo svolgendo il PCTO a scuola sotto la supervisione della professoressa Prandi, ne abbiamo esposto una versione ridotta sotto forma di una vera e propria lezione, concentrandoci sulla produzione pallanzese del futurista, che sulla spettacolare terrazza di Villa San Remigio ha dipinto il celebre Ritratto di Ferruccio Busoni, delle teste-ritratto di Gerda, moglie del musicista, e alcune vedute del Lago.

La lezione si è conclusa con l’ascolto della registrazione di un’esclusiva Intervista Impossibile a Boccioni realizzata dagli alunni l’anno scorso. L’incontro è stato altamente formativo sia per noi studentesse del Liceo, che ci siamo trovate a fare le docenti per un giorno, sia per gli studenti dell’Università della Terza Età, alcuni dei quali, dopo una vita dedita all’insegnamento, sono scesi dalla cattedra, apprezzando questo ribaltamento di ruoli.

Maggie Francesca Pagani

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“Giornata del mare”… sul lago!

Una classe del nostro liceo ha partecipato all’incontro organizzato dalla Guardia di Finanza a bordo dei mezzi navali del Corpo: un’esperienza insolita e stimolante

Il Comando Generale della Guardia di Finanza, in occasione della “giornata del mare”, ha promosso sul territorio una serie di incontri con gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado presso gli apprestamenti logistici e a bordo dei mezzi navali del Corpo nell’ottica di stimolare lo sviluppo di una sensibilità alla legalità economico-finanziaria legata al mare, nel nostro caso, più in dettaglio alle acque interne.

L’attività si è svolta lo scorso 13 aprile: la classe che ha partecipato, ovvero la 4A Scientifico, ci riporta il proprio commento entusiastico: è stata una bellissima giornata, all’insegna della scoperta del nostro magnifico lago e quindi del paesaggio che abitiamo ma anche dell’incredibile lavoro della guardia di finanza. Essere in prima persona lì tra loro è stata un’esperienza molto costruttiva e molto accattivante per comprendere maggiormente il lavoro svolto quotidianamente dalla GDF.

Pubblichiamo una gallery composta dalle foto scattate dai partecipanti: