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Historia magistra vitae

Nella mattinata di giovedì 19 ottobre, le classi quinte del nostro Liceo si sono recate al Teatro Il Maggiore per assistere, insieme ad altri studenti provenienti da vari istituti superiori di Verbania, a un convegno dal titolo Il valore in rosso e blu: Carabinieri e Resistenza nella Liberazione d’Italia. Pubblichiamo il report di una studentessa.


Appena arrivati, la Professoressa Sara Rubinelli ci ha introdotto al tema, parlando
dell’importanza del pensiero critico e della corretta informazione in quanto la mancanza di
ciò porta ad ignoranza e intolleranza. Ci ha inoltre spiegato di come molte siano le cause
della disinformazione oggi, tra cui la creazione di bolle informative, la totale parresia nella
pubblicazione online e una certa “analfabetizzazione mediatica”.


Il momento per noi studenti forse più emozionante è stato il dialogo del Professor
Alessandro Barbero con i ragazzi dei vari istituti (tra cui Giacomo Marchetti di 5Csc, Maggie
Pagani di 5Acl e Jacopo Smorgoni di 5Bcl a rappresentare il nostro liceo), rispondendo alle
loro domande inerenti vari aspetti della guerra partigiana. Il Professore è stato inoltre molto
disponibile a soddisfare ulteriori domande anche dopo la fine dell’intervento, e a firmare
qualche libro, ovviamente.


A seguire, il Tenente Colonnello Raffaele Gesmundo ha ricapitolato le azioni dell’Arma dei
Carabinieri dopo l’8 settembre 1943, tra momenti di incertezza e azioni eroiche, aiutandoci a
meglio comprendere i valori e lo spirito di questi uomini coraggiosi.
Sorprendente e tenero, poi, l’intervento di nientepopodimeno che Alessandro d’Acquisto,
fratello del celebre Salvo, il quale ci ha letto stralci della corrispondenza del giovanissimo
fratello appena entrato in servizio a Roma ai familiari.


La mattinata si è conclusa con l’illustrazione della Resistenza partigiana nel Verbano Cusio
Ossola, a opera del Professor Pierantonio Ragozza.
In compagnia di questi illustri ospiti le ore sono volate e troppo presto siamo dovuti uscire
dal Teatro, incamminandoci verso altre destinazioni in compagnia della pioggia sottile.


Agnese Visca, 5A Classico

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Ribalta nazionale per il Liceo Cavalieri

I docenti del progetto di Teatro della nostra scuola si aggiudicano un importante riconoscimento per la sceneggiatura dell’opera L’Enigma

Ribalta nazionale per il Liceo Cavalieri che, grazie al progetto interno di teatro-scuola, si è aggiudicato il primo premio della sezione docenti e operatori teatrali, nella 19° edizione del concorso “Michele Mazzella, per una drammaturgia giovane” a Roma. Il premio, condiviso ex-aequo con Monica Mariotti del Liceo Vivona della capitale, è stato assegnato per la miglior sceneggiatura scritta in collaborazione tra docenti e operatori teatrali.

L’opera premiata, L’Enigma, è nata nell’ambito del progetto “Di nuovo in scena”, che a sua volta fa parte del progetto “LAIVin” cofinanziato da Fondazione Cariplo. Il testo è stato inizialmente elaborato dai professori Silvana Pirazzi e Maurizio D’Andrea, e in seguito rivisto assieme all’équipe di regia formata da Cinzia Cirillo e Annarosa Braganti. Quest’anno, in più, vi è stata l’insostituibile collaborazione del professor Walter Temi, in veste di esperto di scacchi, che ha prestato consulenza alla regista nel mettere in scena la storia tragica del re tebano Edipo come una grande partita a scacchi, giocata da due divinità, Caos e Themis, insensibili alle sciagure umane. La fosca vicenda di Edipo si dipana così tra mosse e contromosse verso il tragico finale, prevedibile eppure ineluttabile, con una sfinge multiforme che guida i protagonisti verso la distruzione.

Lo spettacolo, oltre che al teatro Sant’Anna di Verbania, è stato rappresentato anche al festival “Domus in fabula” a Domodossola, e a Treviglio, nell’ambito del festival “LAIVin Action”.La premiazione avverrà lunedì 6 novembre al teatro Ghione di Roma, dove i due docenti premiati e la regista Cirillo si recheranno a ritirare il premio, pari a 400 euro.

Il riconoscimento non va solo agli autori del testo, ma anche a tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione del progetto: i nostri fantastici studenti, ovviamente, senza i quali nulla di tutto ciò esisterebbe, la dirigente Cinzia Sammartano, che ha sostenuto le iniziative del gruppo di teatro, e il personale scolastico col suo prezioso lavoro.

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Allegoria con la sfera armillare: la tela che naviga tra i misteri

Una studentessa del nostro liceo si è cimentata in una affascinante interpretazione dei due dipinti del Veronese, in mostra al Museo del Paesaggio

Il 7 luglio 2023, come preannunciato, le due Allegorie del Veronese sono finalmente tornate
a casa, sul Lago Maggiore, e abbiamo quindi avuto modo di osservarle e studiarle presso il
Museo del Paesaggio di Pallanza. Sicuramente ora queste due grandi tele non passano più
inosservate, come quando si trovavano a Villa San Remigio, ma i loro misteri non sono
affatto finiti. Cosa rappresentano veramente? Dove erano collocate in origine? Esistono altre
opere appartenenti allo stesso ciclo?


Per risolvere questa intricata matassa di domande e dubbi occorre districare un filo alla volta
e noi abbiamo deciso di partire dall’Allegoria con la sfera armillare, conosciuta anche come
Allegoria dell’Astronomia o Allegoria della Geografia.
Questa tela, dove viene rappresentato un filosofo dagli abiti orientaleggianti immerso in un
paesaggio naturale, è caratterizzata da tre elementi strettamente connessi al mondo della
navigazione e della geografia: situati su una delle diagonali del dipinto, partendo da in alto a
sinistra troviamo la sfera armillare, poi un libro aperto ai piedi dell’uomo, e infine un globo
terrestre.


A catturare la nostra attenzione è stato subito l’enigmatico libro: esso presenta una legatura
a mezza pelle (rossa e asse) con piatti in legno, solitamente utilizzati per volumi grandi e dai
contenuti importanti – come suggerisce anche la presenza di fermagli in stoffa che dovevano
tenere chiuso il libro per garantirne una buona conservazione. Di conseguenza ipotizziamo
che si tratti di un volume dipinto a mano membranaceo, ovvero realizzato in pergamena,
materiale igroscopico che se esposto all’ambiente esterno, perciò senza la protezione
garantita dai fermagli e dai piatti lignei, rischia di assorbire l’umidità e rovinarsi: la presenza
di una pagina spostata e ripiegata, sembra confermare la nostra idea.

Un altro aspetto
misterioso del volume è il suo indecifrabile titolo presente sul taglio superiore: per leggerlo
occorrerebbe chiudere il libro e ribaltarlo, poiché le lettere non sono rivolte verso lo
spettatore, ma verso il filosofo.

Per coerenza con l’intera opera potrebbe trattarsi di un
atlante che nell’aspetto ricorda in maniera significativa le opere di Battista Agnese,
cartografo genovese attivo a Venezia nei primi del Cinquecento, la cui grande produzione
consisteva proprio in codici disegnati e dipinti su pregiata pergamena. Alla luce di queste
osservazioni, si potrebbe dunque confermare che si tratti di un’allegoria della geografia, ma
per comprendere a pieno la natura enigmatica di questa tela dobbiamo continuare a
navigare tra i suoi misteri!


Maggie Francesca Pagani