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Per fare un fungo…ci vuole un caffè

Firenze, dove le idee crescono come i funghi

In Italia ogni anno si consumano circa 7 miliardi di caffè in più di 140 mila bar situati in tutto il territorio. Da ognuno di questi bar si producono all’incirca 2 tonnellate di fondo di caffè l’anno per un totale di circa 280 mila tonnellate.

Questa risorsa molto spesso finisce in discarica costituendo un costo ambientale ed economico per la collettività. Se tutto questo materiale fosse recuperato non solo si eviterebbero i costi di gestione e l’inquinamento generato dalle discariche, ma si potrebbe produrre alimenti sani di cui nutrirsi generando allo stesso tempo ricchezza per il territorio.

Il fondo di caffè è un substrato perfetto per coltivare i funghi, perché contiene minerali e sostanze nutritive utili per la loro crescita: quello che sembra uno scarto in realtà può diventare una risorsa. Da questa idea nasce Funghi Espresso, una start up agricola nata dalla collaborazione tra l’agronomo Antonio Di Giovanni, l’architetto Vincenzo Sangiovanni e l’uomo d’affari Tomohiro Sato.

Questa azienda si ispira alle teorie della Blue Economy, nella quale gli scarti provenienti da un ciclo produttivo non diventano rifiuti, ma generano nuova energia, nuova ricchezza e nuovi posti di lavoro. Per questo coltivano e producono i funghi con metodi che hanno un impatto sull’ambiente praticamente pari a zero.

Proprio per queste motivazioni, al termine del ciclo produttivo il substrato esausto della coltivazione dei funghi continua ad essere una risorsa.

Funghi Espresso aiuta i bar a valorizzare quello che altrimenti diventerebbe un rifiuto, usando il fondo di caffè come substrato di coltivazione, unendolo al “seme” del fungo. Tutto in modo completamente naturale, senza l’uso di prodotti chimici. Essi coltivano i funghi in verticale, su supporti sospesi, riducendo l’uso del suolo: rispetto alle coltivazioni tradizionali, utilizzano la metà dello spazio per coltivare la stessa quantità di funghi.  

IL CICLO PRODUTTIVO: DAL CAFFÈ FINO AI PESCI

Il ciclo inizia dal recupero dei fondi del caffè da 3 bar del territorio di Firenze mediante l’uso di bici-cargo, al momento ne raccolgono circa 60kg al giorno da tre bar situati in piazza della Repubblica.

I fondi raccolti vengono trasportati nella sede dove, tolte le impurità, sono uniti al silver skin (scarto di torrefazione) per realizzare un substrato ideale per la coltivazione di funghi del genere Pleurotus.

Una volta coltivati e raccolti i funghi, il substrato esausto viene reimpiegato attraverso il vermi-compostaggio per la produzione di lombrichi e humus di lombrico. L’humus di lombrico prodotto, viene utilizzato come ottimo ammendante organico per le piante da orto e da giardino, mentre una piccola parte dei lombrichi viene utilizzata per originare un nuovo ciclo, quello dell’acquacoltura, dove i pesci trasformano questo apporto proteico in sostanza organica, grazie alla quale le piante crescono in modo naturale.

Blue Economy

Il modello Funghi Espresso è ispirato alla teoria della Blue Economy (teoria economica sviluppata dall’economista Gunter Pauli), dove gli scarti di un ciclo produttivo sono riutilizzati in altri cicli produttivi, in un effetto chiamato a “cascata”.  I sistemi produttivi quindi non sono visti in maniera distinta e separata gli uni dagli altri, ma in modo integrato, dove gli scarti provenienti da un ciclo produttivo possono essere recuperati o riciclati in un altro ciclo produttivo per generare nuova energia, nuova ricchezza e nuovi posti di lavoro. 

Secondo Gunter Pauli quando beviamo il caffè consumiamo solo lo 0,2% della biomassa raccolta da un agricoltore in Kenya o Colombia. Il 99,8%, quindi, lo gettiamo via, anche se potrebbe esserci utile.  

perché proprio i fondi del caffè?


Il fondo di caffè è ricco di elementi nutritivi come ad esempio minerali, polifenoli, grassi, acqua, che i funghi utilizzano per il loro metabolismo.

Molti studi dimostrano che la caffeina stimola la crescita del micelio. Inoltre il fondo di caffè non ha bisogno di essere pastorizzato, con un notevole risparmio di energia.

I BENEFICI DELL’ATTIVITÀ

Ad oggi questa azienda ha recuperato ben 75 tonnellate di fondi di caffè.

I funghi prodotti dalla start up sono il fungo ostrica (Pleurotus ostreatus) dalle diverse tonalità di grigio, il fungo dell’amore (Pleurotus djamor) dal colore rosa e il Pleurotus cornucopiae, dal colore giallo che quando spunta sembra un fiore.

Funghi Espresso ha innovato la coltivazione dei funghi Pleurotus che fino ad oggi sono stati coltivati su paglia o legno.

Il Pleurotus contiene la Lovastatina, una statina naturale che abbassa il colesterolo nel sangue e la pressione arteriosa. Inoltre, da ricerche effettuate su questo tipo di funghi è stato riscontrato che sono in grado di assimilare alcuni polifenoli contenuti nel substrato di coltivazione, come l’Acido Clorogenico (C16H18O9) un importante polifenolo con proprietà antinfiammatorie e immunostimolanti.

Il vecchio paradigma dell’economia lineare basato sulla crescita infinita e sullo sfruttamento intensivo delle risorse naturali non può più funzionare e gli effetti di questo comportamento si stanno osservando sia con i cambiamenti climatici che con le crisi economiche che hanno colpito duramente anche il nostro Paese. 

L’economia circolare crea valore dagli scarti e, soprattutto, evita che questi diventino un costo per l’ambiente e per la società attraverso le ricadute sulla salute della gestione dei rifiuti come l’incenerimento, oltre a creare nuovi posti di lavoro e nuove possibilità di sviluppo.

Coltiviamo in grande, con piccole tracce

Oltre alla produzione di funghi freschi realizzano anche kit per la coltivazione domestica dei funghi. Il kit contiene il micelio del fungo, il silverskin e le istruzioni per la coltivazione.

Il fondo di caffè deve essere aggiunto a casa giorno per giorno fino a riempire il secchiello. Dopo circa trenta giorni il kit è pronto per essere coltivato e in sette-dieci giorni si ha il primo raccolto. Abbiamo trovato questo approfondimento: un’intervista ad Antonio Di Giovanni, fondatore dell’azienda Funghi Espresso che illustra il processo produttivo, dallo scarto del caffe alla crescita del fungo.

Abbiamo trovato questo approfondimento: un’intervista ad Antonio Di Giovanni, fondatore dell’azienda Funghi Espresso che illustra il processo produttivo, dallo scarto del caffe alla crescita del fungo.

Abbiamo scelto questo nuova “soluzione” sia perché è un progetto nato in Italia, a Firenze, sia
perché il caffè rappresenta la quotidianità per quasi ogni essere umano, è la bevanda più consumata
al mondo dopo l’acqua (circa il 49% della popolazione assume caffè), la media stimata di
assunzione giornaliera è di quattro tazzine. Però la maggior parte delle persone, dopo aver preparato
il caffè, getta i resti nel cestino, senza pensarci due volte, comprese noi, finché non abbiamo
scoperto i diversi utilizzi di questo prodotto; infatti i fondi di caffè rappresentano anche una grande
risorsa che può venirci in aiuto in molte situazioni quotidiane: possono essere utilizzati per esfoliare
i capelli o la pelle delicatamente, poiché l’azione massaggiante stimola il flusso sanguigno, inoltre
aiutano anche a ridurre la comparsa di cellulite, perché la caffeina ha un effetto astringente. In
ambito domestico possono essere utilizzati per la concimazione di fiori che necessitano di terreni
acidi, come le rose, le azalee e i sempreverdi, oppure essendo ricchi di fosforo, potassio, rame e
magnesio sono utili per arricchire il compost.
L’economia circolare è un modo diverso di vedere le cose ma, in realtà, ci ricorda semplicemente
come funzionano i cicli naturali: sono completi, efficienti e interconnessi, sono l’ultimo modello
della sostenibilità.

Martina Ercolano e Chiara Bacchetta, 5A Liceo Scientifico