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“Giornata del mare”… sul lago!

Una classe del nostro liceo ha partecipato all’incontro organizzato dalla Guardia di Finanza a bordo dei mezzi navali del Corpo: un’esperienza insolita e stimolante

Il Comando Generale della Guardia di Finanza, in occasione della “giornata del mare”, ha promosso sul territorio una serie di incontri con gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado presso gli apprestamenti logistici e a bordo dei mezzi navali del Corpo nell’ottica di stimolare lo sviluppo di una sensibilità alla legalità economico-finanziaria legata al mare, nel nostro caso, più in dettaglio alle acque interne.

L’attività si è svolta lo scorso 13 aprile: la classe che ha partecipato, ovvero la 4A Scientifico, ci riporta il proprio commento entusiastico: è stata una bellissima giornata, all’insegna della scoperta del nostro magnifico lago e quindi del paesaggio che abitiamo ma anche dell’incredibile lavoro della guardia di finanza. Essere in prima persona lì tra loro è stata un’esperienza molto costruttiva e molto accattivante per comprendere maggiormente il lavoro svolto quotidianamente dalla GDF.

Pubblichiamo una gallery composta dalle foto scattate dai partecipanti:

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Campionati di Italiano 2023

Ottimi risultati ottenuti dalle studentesse e dagli studenti del nostro liceo che si sono qualificati per le semifinali regionali

Si sono svolte il 27 e il 28 febbraio scorso le gare di istituto della nuova edizione dei Campionati di Italiano, ex Olimpiadi di Italiano, che hanno visto anche quest’anno la partecipazione degli studenti del nostro liceo.
Hanno svolto la prova dieci alunni per la categoria junior, composta dai ragazzi del biennio, e altrettanti
per la categoria senior, a cui appartengono invece i ragazzi frequentanti il triennio.
I risultati della gara d’istituto, che ha rappresentato la selezione per la gara regionale del 23 marzo, sono
stati resi disponibili il 6 dello stesso mese e hanno premiato le studentesse Lucrezia Costanza, Giulia
Poletti e Matilde Sau, per quanto riguarda il biennio, e Agnese Visca, Maggie Francesca Pagani e Anna
Gabriele per il triennio.
I punteggi delle ragazze che si sono qualificate per la semifinale regionale, e alle quali facciamo i
complimenti, sono risultati vicini a quello massimo ottenibile (28.1 per la categoria junior, 34.0 per la
categoria senior), superando inoltre il punteggio medio nazionale (rispettivamente 23.12 e 28.93).
Risultati degni di nota sono stati ottenuti anche nella semifinale e si segnala in particolare l’esito di Anna
Gabriele, al posto n. 58 su 3122 della graduatoria finale.
I complimenti vanno a tutti gli alunni che si sono messi in gioco e distinti partecipando alla gara:

Carlotta Astrua, Agnese Brambilla Pisoni, Bianca Galimberti, Samuele Iaria, Emma Milesi, Alberto
Pescio, Rachele Trentin (biennio)

Emma Nicole Castelli, Sonia Gjata, Safà Limi, Matteo Omobono, Alice Ronzio, Cecilia Trotti,
Silvia Zappoli (triennio).


Chiara Breganni

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Campionati di filosofia: due studenti del Cavalieri partecipano alla selezione regionale

La selezione d’Istituto dei Campionati di filosofia (da quest’anno non si chiamano più Olimpiadi) si è svolta il 9 febbraio; dei diciannove partecipanti, due sono stati scelti per la selezione regionale dello scorso 16 marzo. I candidati avevano la possibilità di scegliere tra quattro tracce di diversi ambiti: teoretico, etico, politico ed estetico. Pubblichiamo i temi di Alexia Giorla e Arturo Palmeri

Fin dal suo avvento, la fotografia è stata riconosciuta e accolta come strumento portatore di una netta rivoluzione culturale. Essa si è introdotta nella vita dell’uomo sovvertendo impetuosamente la percezione che quest’ultimo aveva avuto di sé stesso e della realtà esterna fino a quel momento. La sua affermazione come forma artistica parallela all’arte figurativa difatti, suscitò l’inquietudine e gli interrogativi di numerosissimi intellettuali, i quali, sostanzialmente, si focalizzarono sul medesimo punto: può definirsi “arte” una forma perfetta e scientifica rappresentazione della realtà? 

Dove si trova l’elemento artistico in questa assoluta e pedissequa riproduzione? 

Ci si ritrovò, dunque, di fronte alla necessità di ridefinire l’idea di arte e di ciò che essa può e deve veicolare; la problematizzazione non stava tanto nel mezzo attraverso il quale l’arte opera e si manifesta, quanto nel suo prodotto finale, nei suoi frutti. Se nei secoli precedenti l’arte figurativa era stata tanto più celebrata ed eternizzata quanto più essa fosse risultata reale nella forma, ora, a metà ottocento la fotografia è al contrario demonizzata per lo stesso motivo. Se la fotografia rappresenta il reale, allora non può essere arte. Il filtro della lente rende la fotografia priva dell’elemento umano che, secondo i detrattori della prima, rende l’arte “arte”. 

La macchina fotografica come… “Macchina del tempo” | SB Online & OnAir

Ciò che ne risulta è, di conseguenza, una rappresentazione meccanica e asettica del mondo, che per sua natura non può adeguarsi e conformarsi all’altezza delle presentazione emotiva e spirituale della realtà propria dell’arte. Quest’immediata e radicale presa di posizione è, piuttosto, sintomo di una malcelata e abissale fragilità: la fotografia, a questo punto, riveste il ruolo di catalizzatore nel processo di smascheramento dell’arte e dei costrutti umani legati a essa. 

L’arte, infatti, non è difesa dall’uomo tanto come sbocco creativo dell’interiorità umana, quanto come unico terreno, a lui disponibile, sul quale ergersi da Creatore, sul quale manovrare e plasmare la realtà arbitrariamente, appellandosi all’inalienabile diritto alla libertà creativa.

L’entrata in scena della fotografia assume, dunque, i connotati di una vera e propria minaccia dell’indipendenza artistica dell’uomo, il quale si trova improvvisamente davanti all’immagine scientifica della realtà senza la possibilità di interpretarla.  La realtà empirica, da sempre concepita come grande fardello, è dall’uomo riconosciuta come proprio ambiente naturale, ma al contempo egli non può trascurare l’incontrastabile e ineludibile tensione all’emancipazione da essa, alla necessità di non accettarla come unico orizzonte e di andare oltre.

L’arte permette di farlo, o perlomeno ne concede la dolce illusione, attraverso l’immaginazione e invenzione, che sono frutto di una capacità mentale ritenuta potenzialmente sconfinata. La fotografia e la sua natura meccanica, al contrario, rinchiudono in anzitutto l’infinità della mente all’interno di confini prospettici rigorosi e, successivamente, ne impediscono la rielaborazione, annientano l’intervento dell’immaginazione.

L’uomo, così, si scopre debole e indifeso, in misura ancora maggiore del previsto e del prevedibile, dal momento che anche le uniche difese che aveva contro la spietata realtà si sono rivelate illusorie e ugualmente fragili. Ma forse ciò che disturbò i pensatori dell’epoca non fu soltanto scoprire l’uomo debole di fronte alla realtà del mondo, ma scoprirlo spaventato da essa, incapace di accettarla. Trovarsi di fronte a una fotografia di una realtà conosciuta significava, per gli uomini contemporanei della scoperta della stessa, trovarsi di fronte al rischio di non riconoscerla e di rigettarla.

Daguerre e il dagherrotipo - Storia della fotografia - Marco Crupi

Finché l’unica percezione del mondo circostante deriva dalla visione diretta attraverso l’occhio e dall’interpretazione artistica, è ancora possibile rifugiarsi nell’apparente necessità dell’impronta individuale a tal percezione. Fino ad allora, infatti, la consistenza della realtà era dipesa dalla presenza di un Io che la cogliesse e le desse un senso; senza l’uomo e la sua coscienza, la realtà esiste, ma senza connessione, esiste in stasi.  La fotografia ribalta e annichilisce anche questa convinzione: la realtà, attraverso la fotografia, acquisisce una nuova possibilità di percezione, che risulta addirittura più veritiera, e la rende, dunque, dinamica pur senza connessioni. Ciò significa che la realtà, infine, non ha alcuna necessità di essere interpretata dall’uomo; una realtà in cui l’uomo non è necessario, appare inevitabilmente inospitale ad esso, una realtà della quale essere spaventato.

E un uomo spaventato dal progresso e minacciato da esso nella sua indipendenza, altro non piò fare se non trovar rifugio nella tradizione e nel conformismo.

Nel XXI secolo, infatti, la fotografia è state riconosciuta come effettiva forma d’arte, dal momento che i dogmi artistici sono stati frantumati e le avanguardie storiche hanno modernizzato non solo l’dea di arte, in senso più esteso, ma soprattuto hanno introdotto una più ampia inclusività nella definizione di genio artistico. Nella fotografia, il genio scaturisce dalla variazione di punto di vista, che si rivela ulteriormente nella sua preponderanza. 

Al netto di una realtà coglibile in modo assolutamente oggettivo, resta pur sempre la possibilità di coglierne la molteplicità, di cogliere la bellezza intrinseca ad essa.

Grazie a ciò è possibile ultimare la sintesi tra arte e fotografia, superando lo scoglio della necessità e dell’utilità e focalizzandosi su quello che è il reale potere sconfinato dell’uomo: la creatività e la libertà nel professare la stessa.

Alexia Giorla, 5B classico

Chi pensa che Kant abbia gioito nel rilevare che la metafisica non è una scienza e dunque non può dare risposte certe alle domande che le vengono poste, pensa molto male. Negare una risposta non serve affatto a negare anche la domanda e così concludere che la metafisica non possa rispondere alle esigenze conoscitive dell’uomo, non tolga di mezzo il suo bisogno esistenziale di dare un senso alla propria vita. E Kant, questo, è il primo a dirlo: fare metafisica è uno slancio innegabile e inevitabile della natura umana. E se davvero fosse rimasto appagato dalle conclusioni della sua prima critica, di certo non avrebbe scritto la seconda. 

Nella “Critica della Ragion Pratica”, infatti, la morale esiste solo se anche l’anima, la libertà, Dio esistono. Ma ancor più evidente è che l’anima, la libertà, Dio tornano a esistere giustificate dall’esistenza della morale. Non è tanto il metafisico, dunque, a dare senso all’uomo, quanto l’uomo, con la sua moralità, a dare senso al metafisico e, quindi, alla realtà tutta.

Ma questo non basta. Rimane in sottofondo l’eco di un’angoscia inestinguibile che nasce dall’impossibilità di una risposta certa. E, dunque, anche di un senso.

C’è da chiedersi, tuttavia, se sia davvero così; se una risposta, cioè, sia necessaria. C’è da domandarsi se davvero un senso alla propria vita non si possa trovarlo senza sapere se Dio c’è o meno, se l’anima c’è o meno, se il mondo si muove verso un fine oppure no. C’è da capire, insomma, se davvero il senso coincida con la risposta, oppure arrivi molto prima, prima persino della domanda stessa.

Mentre cerco un modo per spiegarmi meglio, mi torna in mente una strana conversazione con una vecchietta sorridente del mio paese. Era pieno autunno, quando l’aria perde le ultime gocce della sua dolcezza, e il cielo abbassava la sua mano pesante sulle nostre teste. Io camminavo verso casa quando, passando vicino al cancello di una casa, sento salutare: “Buongiorno!”

Mi fermo, mi volto, vedo davanti a me il sorriso sdentato di un’anziana signora, dal nome che non ricordo. 

Con la spontaneità di una foglia che cade, cominciamo a parlare, lei mi chiede dove stia andando, “a casa” le rispondo, poi mi racconta della sua infanzia, di suo padre e infine della sua vecchiaia senza tempo, che è ormai una lenta attesa della morte. Allora, forse per non farmi paura e forse perché troppo angosciata dalle sue stesse parole, “In fondo”, dice, “Dio ci vuole bene un po’ a tutti. Non è vero?”

“Certo,” le rispondo “Dio forse è proprio l’amore. o l’amore è Dio”.

Ma lei, non soddisfatta dalla mia risposta, attende qualche secondo in silenzio, poi mi chiede: “Ma lei ci crede in Dio?”

“In Dio?” le domando io preso alla sprovvista.

“In Dio, sì, in Dio.”

Io non rispondo subito. Aspetto qualche istante con gli occhi bassi. Poi cominciò.

“Vede” dico “io sono convinto che crederci o non crederci non sia poi così importante.

“lei dice?”

“Sì, dico. Credere o non credere in Dio è provare a indovinare in che modo si comporti il mondo. A me basta sapere che il mondo esiste. Qualcuno ha detto che del mondo si può dubitare, ma poi è arrivato a concludere che qualcosa deve pur esistere; qualcun altro ha spiegato che la realtà è un insieme indeterminato di impressioni ma, se anche fosse così, resta il fatto che qualcosa che suscita queste impressioni c’è. E dunque le cose esistono e a me basta sapere questo.”

“Non la capisco, sa?”

Io corrugo la fronte.

“Sarò più chiaro,” rispondo “glielo prometto. Vede, per trovare un senso alla mia vita non mi serve sapere se Dio ha in progetto per tutti noi, se ci ama, nemmeno se esiste. Mi serve sapere se esiste tutto il resto e che, insieme ad esso, esisto pure io. E’ l’esistenza ciò che importa, è sapere che lei, io, questo cancello, queste nuvole, il cielo dietro di loro esistiamo, e per il fatto di esistere siamo tutti accomunati. Mi segue?”

“Sì, la seguo.”

“Bene. E allora cerchi di capire questa cosa: una volta compreso che le cose esistono e che noi stessi esistiamo, siamo a un passo dal trovare il senso. E il senso sta nel rendersi conto che le cose e noi stessi esistiamo. Non importa sapere il perché, non importa sapere chi ci ha fatti né verso dove si muove il mondo. Noi siamo esistenza cosciente, siamo l’esistenza che prende coscienza di essere esistenza. Qui risiede il senso che cerchiamo, in quest’unico istante in cui realizziamo che tutto esiste. Perché così il tutto trova un senso grazie a noi, grazie al nostro sguardo e alla nostra coscienza. E capito questo, ogni altra domanda è pura curiosità. Dolora, certo, ma pur sempre curiosità. Lei crede in Dio, giusto?”

“Sì, ci credo.”

Libera e moderna interpretazione del “viandante sul mare di nebbia” di C.D. Friederich. Ph. Tindara

“Bene, allora io le dico che noi siamo gli occhi di Dio, siamo ciò che gli permette di vedersi e di rimanere incantato della sua esistenza. E se domani dovesse smettere di credere in Dio, mia cara signora, il senso della sua vita le rimarrebbe stretto nelle mani, perché lei non smetterebbe di essere gli occhi dell’esistenza.”

“E quindi Dio mi ama’”, mi chiede lei dopo un po’ di silenzio.

“Se lei lo ama, allora sì, certo, perché lei è anche il suo amore.”

Lei torna ad essere silenziosa. E io penso a quanto fosse brillante la mente di Kant, che aveva capito che non siamo tanto noi a non avere senso senza Dio, ma è piuttosto Dio a non avere senso senza di noi.

Poi però lei alza lo sguardo, lo rivolge a me e mi sorride. Io le sorrido indietro.

“Oh, com’è bello che lei è qui e che ci sono anch’io”, mi sussurra.

“Già, ” le dico “com’è bello…”

Arturo Palmeri, 5B classico

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ARCHEOnotizie N.7

Il nuovo Museo dell'Arte Salvata ospiterà temporaneamente opere «salvate» nell'attesa che vengano restituite ai luoghi d'origine. Foto Roberto Serra

Nel numero di febbraio/marzo ancora Pompei, con un nuovo ritrovamento durante gli scavi alle Terme Stabiane. A Roma il primo museo che espone i reperti recuperati durante le recenti operazioni di contrasto al traffico illecito di opere d’arte. E, sempre a Roma, riemerge dal sottosuolo una parte dell’antica pavimentazione della piazza del Pantheon.

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Il “Cava” trionfa sugli sci

Ottimi posizionamenti per le studentesse e gli studenti del Liceo Cavalieri che hanno partecipato ai campionati studenteschi di sci alpino e snowboard

Giovedì 2 febbraio si sono svolti i campionati studenteschi di sci alpino e snowboard ai quali hanno partecipato dieci studenti del nostro Liceo che si sono distinti per il loro posizionamento. 

Christian Mantovani (3Asc) ha vinto la gara della categoria allievi conquistando il diritto a partecipare alle finali regionali come individualista; inoltre, grazie a una modifica del regolamento e al piazzamento di altri due allievi, Leone Argentieri e Tommaso Bianchi (3Bcl), abbiamo conquistato la seconda posizione a squadre e parteciperemo dunque, con tutti e tre i ragazzi, alle finali regionali del 17 Febbraio che si svolgeranno all’Alpe di Mera (VC). Ha ottenuto un’ottima posizione anche Leonardo Stainer (5Dsc), che ha vinto la gara di snowboard nella categoria Juniores.  Una menzione d’onore per tutti gli altri partecipanti che hanno fatto del loro meglio su una pista complicata, in particolare agli altri studenti del nostro Liceo, le cui posizioni sono qui riportate: 8^  Emma Ramoni; 9^ Gaia Colombo:  15^ Nicole Crivelli ; 20^ Sofia Racchelli, Cirkeline nelle allieve.  Infine, Andrea De Luca ottiene un quarto posto nello Snowboard allievi. 

Abbiamo intervistato qualcuno dei partecipanti: iniziamo con Emma Ramoni e Gaia Colombo, 3A scientifico, che hanno ottenuto rispettivamente l’ 8° e il 9° posto.

Samuele: Cosa vi ha spinto a partecipare al campionato di sci?

Gaia: Pratico sci agonistico da circa 6/7 anni e quindi mi sono chiesta, perché no?

S: Come hai saputo del campionato?

Gaia, Emma: I proff. del cavalieri di educazione fisica prontamente ci hanno comunicato la possibilità di partecipare a questa attività 

S: Sei soddisfatta di te stessa?

Gaia: Non molto perché è un periodo un po’ particolare per lo sci e non sono in ottima forma, avrei potuto fare meglio ma mi sono divertita molto e la rifarei volentieri

Cosa nel pensi del piazzamento ottenuto?

Emma: In parte sono soddisfatta ma avrei potuto fare di più anche se le condizioni non erano molto favorevoli; mi sono divertita molto e voglio ringraziare la preside per la opportunità

In esclusiva abbiamo l’intervista al vincitore Christian Mantovani, detto Titan, 1 posto

S: Come sei venuto a sapere dell’evento?

Titan: Devo ringraziare il prof Zavettieri che mi ha parlato di questa attività e anche lo staff di Dirigenza che ha ben diffuso la notizia.

S: Piazzamento in prima posizione, che mi dici?

Titan: Non me lo aspettavo perché hanno partecipato molti ragazzi in gamba, soprattutto un mio compagno di squadra che sfortunatamente è caduto, però sono soddisfatto di me stesso perché parteciperò alle gare regionali. Voglio ringraziare la Dirigente e i docenti che mi hanno dato la possibilità di dimostrare il mio valore.

Infine, tutti i partecipanti esprimono soddisfazione in una scuola come la nostra dove gli studenti possono esprimere i propri talenti e cimentarsi in attività e sfide extra scolastiche.

Samuele De Martiis, Chiara Breganni

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Articolo 9 Pubblicazioni

Articolo 9 – N.1/2023

Questo numero di ARTICOLO 9 ci conduce in un itinerario alla scoperta degli antichi teatri di pietra della Sicilia greca, richiamando alla nostra mente le tradizioni, i miti e le leggende che questi straordinari luoghi raccontano ancora oggi. Come gli antichi spettatori, alla vista di quei panorami unici e indimenticabili saremo trascinati dall’emozione e, insieme ai poeti, agli archeologi o ai semplici visitatori, potremo rivivere la magia di uno spettacolo sempre attuale: una lezione di sapienza, o, meglio, la lezione della vita.
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ARCHEOnotizie Pubblicazioni

ARCHEOnotizie N.6

Leggete il numero di gennaio, con le ultime novità dagli scavi di Pompei, una visita a Ercolano dell’archistar Renzo Piano e il “museo diffuso” nella Villa di Poppea a Oplontis
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Articoli Attualità News Riflessioni

Uno sguardo a est

Colpiti da quello che accade a coetanei in Iran, abbiamo sentito l’esigenza di saperne qualcosa di più; nelle ore di inglese e durante le vacanze natalizie, divisi in gruppi ci siamo avventurati in questo universo di ingiustizie e ne abbiamo scritto. Non possiamo credere che si possa morire per una ciocca di capelli fuori posto e neppure per un’idea divergente 

Pubblichiamo alcuni estratti degli elaborati scritti dalle studentesse e dagli studenti di 3A classico:

It was December everyone was ready to celebrate the Christmas holidays with family and friends, as it has always been before the Covid-era, however there was something we all felt uneasy about…it was the destiny of young people like us, exactly in those days, in particular girls, who were arrested, tortured, ruined forever or simply sentenced to death with no penalties or even a decent trial….In order to know more we started reading about was going on and here are three articles we have written to allow a deeper knowledge of the subject. Today the international media stop dedicating articles and attention to the subject  ….nevertheless  the problem is not solved, injustices are still perpetrating and this unfair silence “kills” on another  level all those who fought and are fighting for a better future.

In Iran more than 560 people have been executed by the Iranian regime for supporting the protest that started after Mahsa Amini’s death. In this group are included young women, men and even children. But who was Mahsa Amini and why had she been killed?

Mahsa Amini was arrested on December 13th by the Iranian police because she wasn’t wearing the hijab properly. She was moved to a detention centre where she had been beaten to death to the point that she had a cerebral haemorrhage. Because of this she was quickly transferred to a hospital where she died two days later. The police claimed that she died from a stroke. The moment when she was arrested she was with her brother who was told that Mahsa was being transported to a reeducation centre, so he and his parents went to the police station. Once there, they were told that she would have been released in few hours. In reality the next time they saw her, they saw her corpse (which they weren’t allowed to photograph).

Similar stories just keep happening everywhere, such as Nika Shakarami’s story, a seventeen years old girl, who vanished during the protest in Iran. After a week the security force delivered a dead body to her family with a smashed nose and broken skull. The security force had hidden Nika for a week after they arrested her.

Another example that shows that the police don’t stop with anyone is the example of Parmis Humnava, a 14 years old girl. The police discovered a picture of opponents in her diary during a search at her school. They then proceed to beat her in front of her whole class. She was brought to a hospital where she died. The police threatened her family and the witnesses not to dare speaking  about this act to anyone otherwise they wouldn’t hand back her body. But this isn’t a problem that concerns only women but also men, as Abbas Monsoury demonstrated. He was only 19 years old and was arrested handing out chocolates  with “women life, freedom” written on them. He was released a few days after but he committed suicide due to the trauma. He is the third political prisoner who committed suicide after the release. 

These are just a few examples of the thousands of crimes and atrocities that have happened in the past months. They’re fighting and won’t stop but they need our help by not forgetting them and putting pressure on the regime, they need and deserve at least this.

Iranian girls

We all know what is happening in Iran, maybe because we have heard about it or seen the news, but we decided to look deeper into the country’s situation, analysing its history, the protests and the victims there.

The situation has not always been so dramatic, it has worsened in recent years, in fact, before certain events Iran was a country that was open to the West and granted freedom to women. In the early 1900s, women were free and there were no major problems, until the 20s. In that time women’s freedom started to slowly fade away, due to the wanting of religious leader to have also the political power.This happened because the king, who imposed himself Smith a coup d’etat, introduced, many laws wich were in disagree with islamic beliefs.

Some examples are: mosques were required to use chairs, most men were required to wear western clothing, women were forced to not wear the hijab, men and women were allowed to congregate freely, violating the rule on the mixing of the genders.  Protests against the king started in the 30s and have continued until the 70s, when the tensions exploded, leading to the revolution.

In the 60s a lot of people started to support Ruhollah Khomeini,a religious leader, an opponent of the shah.After these events and other, like the murders of some politician, Iran’s internal security service, the SAVAK, tightened its repressive methods. In the decade before the revolution, the internal security service killed almost a hundred Iranian political prisoners, while many others were arrested and tortured.

The revolution began in January 1978, with the first large demonstrations, and ended with the approval of the new theocratic constitution in December 1979, headed by Khomeini. Laws and schools were islamised and Western influences banned. After Khomeini’s government there were only religious leader, making rules based on the Quran, the holy book of muslims. An example is the order of wearing always the hijab since women turn 7 year old and to dress modestly.

In the early 2000s, anti-government protests by several thousand students took place in Tehran, in which they also focused on the defence of human rights. Although a lot governments have succeeded, the situation has not changed much,in fact it has become even worse: many radical groups (governmental and not) punish women for not wearing the hijab or the abaya “properly”. Some women have been sentenced for 30 years in jail and/or to receive physical punishments, like lashes.

Recently, there have been a lot of victims, more than in the past because women are trying to gain their freedom back.

After looking at the past of the country, we looked more in dept at the current situation, analyzing some victims’s stories.

THE SONG USED IN THE PROTESTS
ZAN, ZENDEGI, AZADI by Madgal

The song, whose original title in Persian is “آزادی زندگی زن) ” woman, life, freedom), it was written in October 2022 by the Kurdish singer Madgal with the aim of raising awareness in the Western world and fortifying
those who, day after day, face the Iranian authoritarian regime. The song is a hymn to freedom that shows, in its short text, the will of the Iranian people, especially women, to oppose the countless years of oppression. Furthermore, the text alludes to the memory of Masha Amini killed by the morality police for carelessly wearing the hijab.

Why choose “Zan, Zendegi, Azad” as the slogan, why “Woman, Life, Freedom”?
Iranian women are now tired of the treatment reserved for them, the treatment of a theocratic regime which bases its laws on a sacred text from two thousand years ago, which reveals the backwardness of the Islamic religion which does not allow a woman to show herself for what she is and act freely. The slogan exalts life and the beauty of living in a world where gender discrimination is overcome, where women can aspire to become a doctor, a lawyer or simply go to school; in a contest where death does not happen through murders justified by the law or covered up by the same authorities but on the contrary communities where there is freedom of speech and artistic expression. In a world in which everyone is worth the same.

(I go against the light)
نور سمت میریم

(Even if you do, blind me)
کور منو بکنی اگه حتی

بکنم چیکار بدنم با بگم میخوام بهت اینو
(I want to tell you what to do with
my body)
“بکنم پنهان دنیا از زیبامو موهای نمیخوام “
(I do not want to hide from the
world my pretty hair)

بشنون ، عقبن که اونا برای
(for those who are behind, listen)
آزادم من
(I am free)
آزادم ، آزادی ، آزادی زندگی زن
(I am a woman of freedom,
freedom, freedom)

Sitography:
(https://open.spotify.com/album/3B8UBuaNp1
uGxq7jkJAAua )
(https://www.instagram.com/mad.gal.music/ )

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Un giorno al carcere

Il carcere visto dagli occhi degli studenti che raccontano la loro esperienza
Io, ex ergastolano, vi racconto Bollate il carcere che cambia la vita

Il 21 dicembre noi studenti della classe 4A su abbiamo avuto l’opportunità di visitare il carcere di
Verbania; l’idea è nata a scuola durante un incontro tenuto dalla professoressa Magistrini, ex docente del
Cavalieri e attuale garante dei diritti dei detenuti di Verbania; quest’ultima, durante l’incontro ci ha
dato l’occasione di leggere alcune lettere dei detenuti particolarmente coinvolgenti che hanno
suscitato in noi molto interesse.

La visita è stata preceduta da un incontro con la direttrice del carcere di Verbania Stefania Mussio
che ci ha spiegato il comportamento da tenere nel penitenziario e ci ha fornito delle
informazioni generali su di esso.

Arrivato finalmente il giorno dell’incontro ci siamo recati sul posto e, dopo aver depositato
cellulari e oggetti che non potevano essere portati in struttura, abbiamo iniziato la visita,
partendo dagli spazi comuni fino agli uffici e alle celle. Esse sono di piccole dimensioni ma con
il bagno all’interno e dotate di televisione: ogni cella può ospitare da tre a quattro persone.
È stato interessante notare come il carcere sia dotato di spazi come la palestra, la biblioteca, i
laboratori e un’aula scolastica, utili al reinserimento dei detenuti in società.
Il momento più coinvolgente è stato l’incontro con i detenuti, durante il quale essi hanno raccontato
la loro quotidianità, i loro ruoli all’interno del carcere e le loro storie personali.
È stata un’esperienza molto toccante ed emotivamente coinvolgente per tutti noi.

4A Scienze Umane

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La Cina di Xi

Le proteste dilagano in tutta la Cina durante lo svolgimento del congresso
del Partito Comunista
Fogli di carta bianchi coprono la bandiera sovietica all’Università di Chicago. Autore LatakiaHill, 27 novembre 2022. File con licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International.

Cina, Pechino. 16-22 ottobre 2022: è in corso il XX congresso del Partito Comunista Cinese. Sono presenti circa 2000 persone, in rappresentanza di circa 97 milioni di persone e 38 unità territoriali. A capo delle Forze Armate, della Repubblica Popolare Cinese e del partito c’è Xi Jinping. Eletto nel novembre 2012 durante il XVIII congresso comunista, ricopre cariche rilevanti nel partito dal 2002, quando diventa membro del Comitato Centrale. Nel 2007 ricopre temporaneamente la carica di sostituto governatore di Shanghai, per poi essere nominato l’anno successivo vicepresidente della Repubblica dall’allora presidente Hu Jintao. 

Il congresso si apre con un suo lungo discorso in cui più volte ribadisce la grande forza del comunismo in chiave cinese, con un grande tributo alle idee di Marx, agli atti di Lenin e alle imprese di Mao. Al centro del discorso ci sono tre temi: l’ordine, la sicurezza e il cosiddetto sogno cinese.

All’interno della Cina l’ordine è un lontano ricordo, come testimoniano diversi documenti video. A Pechino, Shanghai, Hong Kong, Chongqing e Nanchino sono in corso diverse proteste contro la politica “zero Covid” voluta proprio dal Presidente Xi. Politica in realtà ormai puramente velleitaria, vista la diffusione esponenziale della variante Omicron del virus. Qui Il sistema cinese è crollato: lavoratori chiusi in fabbriche e uffici, senza alcun preavviso e senza né cibo né acqua. Donne e uomini chiusi in negozi e supermercati nelle stesse condizioni e senza alcun preavviso. Da questi luoghi in molti sono fuggiti e sono nate proteste contro la polizia e i delegati del partito. A Pechino sono addirittura comparsi diversi striscioni con scritte quali “No ai tamponi, vogliamo cibo” e “Xi dimettiti”.

Nonostante abbia compreso che la politica zero Covid sia impraticabile, il presidente Xi non recede in materia di ordine. Continuano infatti le repressioni feroci nelle più grandi città, proteste non solo per la situazione sanitaria, ma anche per chiedere un profondo cambiamento nella politica cinese. I giovani si ritrovano in piazza per criticare il metodo di governo di Xi, intonando l’Internazionale e leggendo passi dalle poche copie del Capitale di Marx in circolazione in Cina. Altri invece si radunano in strada con fogli bianchi, simbolo del bavaglio posto dal governo alla libertà di espressione. Le risposte del regime sono tuttavia immediate e violente.

Ma l’oggetto delle proteste non sono solo le norme anti-Covid. Cos’altro suscita l’indignazione del popolo cinese che manifesta? I più direbbero che il motivo sia una richiesta di maggiore democrazia e libertà. È proprio così? Probabilmente no. Il Partito Comunista e i cinesi condividono una sorta di accordo non scritto risalente ai tempi della rivoluzione maoista: i cittadini lavorano e fanno muovere la macchina economica; in cambio, la classe politica deve essere molto competente e in grado di portare la Cina in alto nel mondo. Con quest’ultimo congresso comunista in realtà questo patto si è rotto. Il presidente Xi non ha nominato secondo competenza, scegliendo invece i membri del governo e del partito tra i suoi fedelissimi. Insomma, in Cina attualmente conta di più essere fedeli al leader supremo, piuttosto che essere competenti.

Nel frattempo però l’ascensore sociale si è rotto e la crescita è stimata al 3%, non al consueto 12% cui la Cina ci ha abituato. Basteranno le promesse di Xi per risolvere i problemi di ordine pubblico?

Antonio M. Stoppini, 5B Liceo Classico

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ARCHEOnotizie N.5

Pubblichiamo il nuovo numero di ARCHEOnotizie, il mensile a cura del corso Beni Culturali del Liceo classico: si parla dei recenti ritrovamenti a San Casciano de Bagni, che costituiscono una svolta per la storia dell’arte antica e per ricostruire i passaggi tra arte etrusca e romana. Buona lettura!
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Baskin, lo sport che ci unisce

Ci siamo recati in palestra ad intervistare i protagonisti e alla fine abbiamo giocato anche noi; vi raccontiamo di cosa si tratta

ph. Desiré Gagliardi

Recentemente si sta parlando sempre di più di Baskin, una nuova frontiera nel campo dello sport inclusivo. Nato nel 2003 a Cremona, aveva inizialmente lo scopo di coinvolgere ragazzi con vari livelli di abilità assieme ai loro coetanei cosiddetti “normodotati” nella pratica di sport decisamente poco inclusivi. Con la collaborazione di insegnanti di scienze motorie, genitori e l’istituto scolastico è stato reso possibile realizzare un nuova disciplina; chiunque può partecipare, di qualsiasi genere ed età, senza discriminazioni e in un clima accogliente e coinvolgente. La nostra Dirigente ha voluto fortemente l’introduzione di questa attività sportiva per tutti gli studenti, con l’obiettivo che essa si annoveri tra i progetti caratterizzanti della scuola.

Ma cosa ne pensano veramente i protagonisti del nostro articolo? Che cosa si prova a giocare a Baskin?  Abbiamo assistito e partecipato ad uno dei loro allenamenti e ne abbiamo approfittato per porre qualche domanda ad allenatori, professori e giovani atleti: i primi a rispondere sono stati gli studenti e le studentesse: riportiamo alcuni stralci delle loro risposte: 

Samuele: cosa ti ha spinto a iscriverti, ti diverti?

Lorenzo:  molto, mi sto divertendo perché è uno sport bellissimo che mi piace e mi sono iscritto perché sapevo di trovare i miei compagni; amo il baskin perché praticando questo sport mi sono finalmente disintossicato dai videogiochi. 

Anche Yuri ci ha comunicato la sua soddisfazione ogni volta che segna a canestro; ha inoltre incontrato nuovi amici quindi continuerà a venire a scuola per giocare.

S.: come affronti le vittorie e le sconfitte? 

Agata: è meglio se vinco, mi piace ma se perdo non fa niente, non mi arrabbio.

Lorenzo ribadisce che il divertimento non viene meno anche quando non vince.

ph. Desiré Gagliardi

Abbiamo rivolto anche qualche domanda a Fabio Marzorati, il loro allenatore:

S.: cosa l’ha spinta ad essere un allenatore di Baskin?

Fabio M.: nasco come allenatore di basket, poi sono passato al baskin perché c’erano dei ragazzi che conoscevo, i quali pur essendo appassionati di questo sport, non avevano spazio per giocare. Questo perché basta essere non eccezionalmente bravi, con difficoltà motorie o diverse abilità per non essere accettati in una squadra di basket. Allora ho scoperto il Baskin, l’ho portato ad Omegna dove abbiamo cominciato questo progetto nove anni fa. Nel Baskin c’è spazio per tutti, a qualunque livello. Il gioco dei ruoli aiuta ad essere comunque in grado di dare il proprio contributo e di esprimersi a prescindere dalle proprie potenzialità. 

È lo sport che si adatta alle persone, non queste che si devono adattare al regolamento. 

Alessia, l’altra giovane allenatrice ci racconta invece che si è avvicinata a questo sport perché ha un fratello più piccolo autistico che ha iniziato prima cinque anni fa: lei giocava già a pallavolo e ha voluto provare, appassionandosi.

Oltre all’allenatore Fabio, una delle colonne portanti di questo progetto è indubbiamente la Professoressa Valeri, la quale ci ha invitato ad osservare e cimentarsi in uno dei loro allenamenti. Tra un tiro a canestro e qualche bel passaggio, abbiamo avuto la possibilità di porgerle qualche domanda

S.: perché è importante parlare di questo sport

Prof Valeri: ho scoperto questo sport casualmente, incontrando il coach Fabio ad un incontro di LetterAltura dello scorso anno. Mi ha invitato a una partita e sono rimasta folgorata, mi ha affascinato tantissimo. Sono una delle referenti dell’Istituto per l’inclusione e ho subito pensato che questa iniziativa sarebbe dovuta essere portata nella scuola; inoltre, visto che anche il coach Fabio avrebbe voluto far partire un’esperienza in una scuola del VCO ci siamo proprio incontrati a metà strada.  Penso che sia importante far conoscere questo sport ad un maggior numero di persone, perché come avete visto anche voi, vedere una partita ed iniziare a giocare ti fa divertire tantissimo, ti fa stare in mezzo agli altri. 

S.: lei si allena con loro? S.: qual è la cosa che la diverte di più? 

Prof V: Sì, mi alleno con loro e mi diverto molto, anche se non so giocare ma ancor di più mi diverte rubare la palla ai ragazzi più giovani. Infine, trovo gratificante il fatto che usciti da questi allenamenti siamo tutti felici, dal primo all’ultimo, dal più grande al più piccolo.

 Non c’è differenza, siamo tutti uguali nel sentirci bene.

Sofia Beltrami, 5B liceo classico, Samuele De Martiis, 5B Scienze Umane, fotografie di Desiré Gagliardi

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Una giornata “ad artem”

L’appassionato reportage di una studentessa sull’uscita didattica a Milano, alla scoperta di grandi capolavori

Nella mattinata dello scorso 16 dicembre, le classi quarte del Liceo Classico Cavalieri sono
state accolte da una Milano uggiosa; sebbene il programma iniziale dell’uscita prevedesse una prestigiosa visita guidata all’Ultima Cena di Leonardo, un funesto sciopero ci ha costretti a disdire e a riparare
altrove. Ma si sa: Milan l’è un grand Milan e specialmente durante il periodo delle feste l’arte e la cultura regnano sovrane in ogni angolo della città.

Per iniziare la giornata con il giusto ottimismo abbiamo quindi deciso di visitare un posto per noi speciale che purtroppo rischia di passare inosservato: la Chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Un piccolo gioiello dell’architettura italiana nascosto dalla bancarella di un fioraio, ma che non è sfuggito all’attenzione dei nostri studenti, a cui era già ben noto. Qui abbiamo avuto modo di ammirare – finalmente – da vicino il magnifico finto coro realizzato da Donato Bramante.


Ma l’arte poi ci ha chiamati in Piazza della Scala, dove, accolti dallo sguardo attento della statua del nostro caro Leonardo Da Vinci, abbiamo goduto del beneficio di una visita guidata a Palazzo Marino, sede dell’amministrazione comunale che da diversi anni ospita la tradizionale esposizione natalizia dal 2 dicembre al 15 gennaio. Insomma, un appuntamento irrinunciabile, che non potevamo lasciarci scappare!


Quattro le opere esposte, unite da un fil rouge comune, ovvero la carità e la bellezza, interpretate da quattro Artisti (con la A maiuscola) del periodo gotico-rinascimentale e gentilmente prestate da alcuni musei di Firenze: una scultura a opera di Tino di Camaino, un tabernacolo del Beato Angelico, una tavola di Filippo Lippi e, in ultimo, anche un’opera realizzata da Sandro Botticelli.
I capolavori si trovano nella Sala Alessi, allestita con particolare cura e attenzione all’ecosostenibilità e al riciclaggio: dal soffitto calano infatti tendaggi realizzati in seta non violenta (si attende la trasformazione del baco in farfalla, per evitare di interromperne la metamorfosi), disposti in modo da esaltare la preziosità delle opere e da evocare gli interni di una cattedrale.


La mostra si apre con la Carità marmorea di Tino di Camaino, a lungo collocata sopra la porta del Battistero di Firenze e oggi conservata al Museo dell’Opera del Duomo. A sorprendere più della rappresentazione stessa della Carità, sono in realtà i due bambini che si arrampicano sul corpo della donna, per cercarne il seno. Segue il Tabernacolo del Beato Angelico, proveniente dal Museo di San Marco, che sarà esposto solo a partire dal 20 dicembre. Il tema iconografico è quello tradizionale dell’Annunciazione e dell’Adorazione dei Magi, scene impreziosite da uno sfondo dorato con motivo damascato e dalla splendida cornice scelta. Di fronte a quest’opera, ammiriamo poi la Madonna col bambino di Filippo Lippi, in prestito dal Museo Medici Riccardi di Firenze. Tratti eleganti e richiami alla pittura tardogotica, come le aureole punteggiate d’oro, rendono quest’opera un vero e proprio capolavoro.

Un valore aggiunto è poi sicuramente il magnifico ritratto di un giovane che si trova sul retro della tavola. In ultimo, ma non per importanza, abbiamo avuto il piacere di ammirare la Madonna col Bambino di Sandro Botticelli, conservata al Museo Stibbert: la drammaticità del quadro, resa anche dalle tonalità scure scelte, è il riflesso del clima di tensione che si respirava a Firenze, dove acquistava sempre maggiore fama il predicatore Girolamo Savonarola, a scapito della dinastia medicea, che stava per perdere il suo potere.


Dopo una meritata pausa per rifocillarci addentrandoci tra le tante proposte culinarie offerte da Milano, ci siamo recati alla Pinacoteca Ambrosiana, un vero e proprio centro culturale istituito da Federico Borromeo nel primo decennio del Seicento. Sandro Botticelli, Bramantino, Tiziano, Raffaello, Leonardo e Caravaggio sono solo alcuni dei nomi degli illustri artisti le cui opere fanno parte dell’incredibile collezione
del Cardinale. Un posto d’onore è di certo riservato allo splendido Cartone della Scuola di Atene, realizzato (ma mai utilizzato) da Raffaello Sanzio per la Stanza della Segnatura dei Musei Vaticani. Uno spettacolo di dinamicità che ci permette di ammirare il tratto di uno dei pittori che hanno davvero fatto la storia dell’arte.


L’emozione, per noi studenti freschi di studio, è stata fortissima. È impossibile poi non citare il Codice Atlantico di Leonardo, che abbiamo avuto modo di studiare a fondo durante le ore di lezione: nati come fogli sparsi (più di mille!), gli appunti del genio sono esposti nella cornice della splendida biblioteca. Un’opera dal valore inestimabile che durante le spoliazioni napoleoniche fu requisita, ma che in seguito
Antonio Canova riuscì a riportare in Italia.


Tante emozioni e tanta arte sono stati i protagonisti di questa uscita didattica, che ci ha permesso di vedere finalmente ciò che per tempo abbiamo ammirato solo sui libri e di creare bei ricordi in compagnia dei nostri amici (non solo i compagni di classe, ma anche tutti gli artisti che ci hanno accompagnato nelle giornate di studio…).

Maggie Francesca Pagani

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l’ellisse come non l’avevi mai vista

Se ascolto, dimentico; se vedo ricordo; se faccio, imparo; se spiego, capisco: è il “motto” delle studentesse che hanno realizzato dei video molto interessanti, spiegando con semplicità alcuni tra i più importanti principi della fisica e della matematica.

Chi non conosce o non vorrebbe visitare il Colosseo, l’Arena di Verona, la piazza Anfiteatro di Lucca o piazza San Pietro a Roma?

No, questi video non parlano di architettura, ma di matematica unita alla geometria. iniziamo con l’ellisse:

Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay

L’ELLISSE

Tutte le bellezze artistiche o urbane menzionate, infatti, sono accomunate da un aspetto, ossia la forma ellittica, la forma di un’ellisse. Accendi il cervello e scopri che cosa è un’ellisse a partire dalla sua definizione! il primo video è stato realizzato da Anna Gabriele, IV classico:

Nella breve e originalissima animazione realizzata da Agnese Visca della IV A Classico, tre giovani matematiche sulle orme della grande Ipazia di Alessandria (IV sec.d.C) mostrano la costruzione dell’ellisse partendo dalla sua definizione e la implementano in un modo alternativo e “balneare”. in attesa di altri video le giovani scienziate augurano buona visione!

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Le mille forme dei funghi

Le classi seconde del Liceo in visita a Villa Taranto per un interessante incontro con il Servizio Micologico
l’esposizione dei funghi nel cortile del nostro Liceo

Da qualche anno la nostra scuola offre ai ragazzi e ragazze delle classi seconde
l’opportunità di conoscere il mondo dei funghi attraverso la collaborazione con il
Servizio Micologico dell’ASL VCO e con l’Ente Giardini Botanici di Villa Taranto.


Quest’anno l’attività è stata scelta dalle classi 2 A e B scientifico, 2 A Scienze
umane e 2 A classico. Durante la visita a Villa Taranto a fine ottobre, il Dott. Gioffi e
i suoi collaboratori del servizio Micologico dell’ASL VCO hanno illustrato le diverse
specie di funghi, le caratteristiche distintive ed ecologiche.


In un secondo momento è stata allestita una mostra nel cortile della scuola che i
ragazzi dell’istituto hanno potuto visitare durante gli intervalli.

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Osservare l’eclissi

Una classe del Liceo Scientifico ha realizzato una camera stenopeica per poter osservare l’eclissi del 25 ottobre
Foto di bdabney da Pixabay

Il 25 ottobre 2022 tra le ore 11.00 e le 12.30, è stato possibile vedere la luna sovrapposta non completamente al sole, fenomeno detto eclissi parziale.

Noi della 1C ci siamo recati nel cortile della scuola circa dieci minuti prima dell’inizio del fenomeno e ognuno di noi ha potuto osservarlo grazie alla camera stenopeica. Infatti, dato che a occhio nudo non è possibile osservare un’eclissi in quanto potrebbe causare dei danni per la vista, con i professori Luisa Erra e Amedeo Palatella, nella nostra aula, abbiamo realizzato, nei giorni precedenti, delle camere oscure con del materiale riciclato: scatole di cartone, borse in carta, tubi di cartone, carta stagnola, carta da forno, forbici e nastro adesivo. Ci sono state differenti creazioni, di varie grandezze e colori, costruite con l’obiettivo finale di vedere la tanto attesa eclissi.

REALIZZAZIONE DELLA CAMERA STENOPEICA

La camera stenopeica si basa su un semplice principio: quello di incanalare la luce in una singola apertura, che si dirige verso l’interno di una scatola scura e buia, che permette di vedere il riflesso della poca luce che entra e fa sì che si visualizzi l’immagine.

Abbiamo realizzato due tipologie di camere: una di forma cubica e una cilindrica.  La costruzione parte da una qualsiasi scatola che al suo interno deve essere scura per evitare riflessi. Infatti abbiamo dipinto le pareti interne di nero o rivestite con cartoncini neri. Successivamente, abbiamo incollato un foglio bianco su una parete e chiuso la scatola con del nastro adesivo. Un piccolo foro è stato praticato sulla parete opposta al foglio bianco ed è stato effettuato un taglio al di sopra della scatola, necessario per poter visualizzare l’immagine riflessa.

Abbiamo preso tre tubi di cartone di differente dimensione e lunghezza e chiuso le due superfici agli estremi del tubo: una con carta stagnola, l’altra con carta traslucida e poi fissati con del nastro adesivo. Infine è stato praticato un piccolo foro con uno spillo sulla carta stagnola.

Attraverso questo esperimento, dunque, siamo riusciti ad osservare lo straordinario fenomeno dell’eclissi .

Federico, Anna, Davide e Francesca, 1c Liceo Scientifico

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Fare la differenza

Un video prodotto dagli studenti del Liceo racconta la storia di una famiglia di Suna durante la seconda guerra mondiale

Alcuni degli studenti della 5D SU (a.s 2021-22) che hanno realizzato il video

Fare la differenza è uno dei risultati del laboratorio di Storia condotto dalla docente prof.ssa Chiara Tosi insieme alla 5D delle Scienze Umane durante l’anno scolastico 2021-2022.

Angela, Ada, Matilde, Emma, Olive, Elvezio, Guelfo: le loro differenti storie si intrecciano e hanno in comune una casa nel centro di Suna, a due passi dal Liceo Cavalieri, durante la seconda guerra mondiale. Musica, viaggi, studi linguistici e scientifici, amicizia e coraggio, nutrono la vita di questo piccolo vascello. Tutto intorno si scatena la tempesta che si appresta a inghiottire ogni cosa. Dedicato a Ilda e Alessandro. Con le musiche, negate e riscoperte, di Aldo Finzi”

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ARCHEOnotizie N.4

pubblichiamo il numero di settembre/ottobre 2022

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Riparte il progetto “Cinema e ricerca sociale”

Anche quest’anno le classi del triennio scienze umane partecipano al progetto Cinema e ricerca sociale; Le classi terze vedranno film utili a riflettere sulla nostra società: l’intento è quello di dimostrare che le discipline che stanno studiando sono utili strumenti per la comprensione e per il cambiamento sociale, con una positiva ricaduta sulla motivazione allo studio delle scienze umane. La visione avverrà in sala cinematografica contemporaneamente per tutte le terze SU, così da promuovere un senso di appartenenza ad una comunità di pensiero.

Ecco il calendario delle proiezioni:

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Fahrenheit 2021 Pubblicazioni

Farhenheit, il numero di maggio

è uscito il numero estivo, succulento e ricco di spunti di lettura per le nostre vacanze

Grazie a tutti quelli che hanno partecipato sempre, a volte, tantissimo, meno di quanto avrebbero voluto, da vicino, da lontano, scoprendo nuovi amici, rileggendo libri, sperimentando un altro modo di fare scuola, riscoprendo la scrittura, giocando con le parole, mettendosi in gioco, abbassando le maschere, impegnando del tempo, ostinandosi a leggere e a condividere il piacere di parlarne.

Buona estate… piena di libri!

La redazione di Fahrenheit